Non accennano a placarsi le reazioni negative dell’Europa alla lettera di correzione alla manovra italiana inviata martedì alla Commissione. Anche se Bruxelles si esprimerà soltanto il 21 novembre, alcuni esponenti dei vertici europei hanno già espresso la loro opinione, come il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis: «Questi piani italiani sono controproducenti per l’economia italiana stessa». Intanto tramite i loro ministri delle Finanze, Austria e Olanda invocano lo spettro della procedura per deficit per l’Italia. Una dura reazione che non lascia presagire nulla di buono in vista del giudizio dei commissari sulla legge di Bilancio.

Le reazioni – Sulla stessa linea di Dombrovskis si è espresso anche l’altro vicepresidente della Commissione, Andrus Ansip, che ha dichiarato: «Quando si è nella famiglia dell’eurozona, bisogna rispettare regole che noi stessi ci siamo dati, fare debito con i soldi dei contribuenti non è un’idea intelligente». Sulla lettera di risposta italiana alle correzioni dell’Ue si sono pronunciati anche alcuni Paesi europei, che hanno chiesto più rigore verso Roma. È il caso dell’Austria, che tramite il suo ministro delle Finanze Harmut Loeger ha evidenziato come «l’Italia corra il rischio di scivolare verso uno scenario greco» se la manovra non sarà corretta, in caso contrario la Commissione dovrà valutare eventuali sanzioni nei confronti del governo italiano. Anche il suo omologo olandese Wopke Hoekstra ha espresso la stessa preoccupazione, definendo «le finanze pubbliche dell’Italia fuori controllo e i piani del governo italiano privi di una robusta crescita economica». Entrambi i Paesi si sono quindi detti favorevoli ad appoggiare una procedura di infrazione per deficit, se il governo italiano non modificherà la propria manovra.

La risposta italiana – Nei giorni scorsi l’esecutivo aveva sostanzialmente confermato la legge di Bilancio, mantenendo il 2.4% di deficit ma accettando di ridurre il debito con una serie di privatizzazioni del patrimonio immobiliare per il valore di 18 miliardi di euro. Tuttavia da Roma inizia a filtrare una certa preoccupazione per la risposta della Commissione alla lettera italiana sulla manovra. Da Padova il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dichiarato: «Nella lettera all’Ue abbiamo ribadito la nostra posizione in merito alla strategia che intendiamo seguire: proseguire il dialogo con la Commissione ma lavorare concretamente per rendere efficaci le misure disegnate, per supportare la nostra strategia». Da Abu Dhabi è arrivata anche la dichiarazione del premier Giuseppe Conte, che ha risposto ai cronisti :«Con il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker parlerò perché non si avvii una procedura d’infrazione non per modulare la sua applicazione».

I rischi – Il prossimo 21 novembre la Commissione esprimerà il suo parere sulla legge di Bilancio italiana. Un eventuale giudizio negativo porterebbe i commissari a dichiarare una “deviazione significativa” degli obiettivi di medio termine, lasciando poi alla riunione Ecofin dei ministri delle Finanze, che si riuniranno il 3 e il 4 dicembre, un’eventuale analisi più approfondita . In caso di bocciatura dall’Europa, Roma rischierebbe di essere deferita al Consiglio europeo, che aprirebbe una procedura per debito eccessivo. In termini pratici, se nel Consiglio dovesse formarsi una maggioranza di Paesi a favore di provvedimenti punitivi, l’Italia rischierebbe di ricevere sanzioni economiche, vedere congelati i finanziamenti europei e non ricevere più prestiti dalla Banca europea degli investimenti (Bei) e dalla Banca Centrale Europea (Bce).