La maternità surrogata è sempre più vicina a diventare reato universale, cioè punibile anche se commesso all’estero. Lo prevede una proposta di legge presentata a febbraio da Carolina Varchi (Fratelli d’Italia), e approvata il 31 maggio dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

Come funziona adesso – La gestazione per altri (gpa), o maternità surrogata, in Italia è stata vietata con una legge del 2004 che ne punisce non solo l’attuazione ma anche la promozione, con il carcere da tre mesi a due anni e con una multa che può oscillare tra i 600 mila e il milione di euro. Dal momento che il divieto è valido solo all’interno dei confini nazionali, molte coppie italiane decidono di ricorrere a questo tipo di procedimento in Paesi esteri. I problemi sorgono al loro rientro: la legge italiana riconosce automaticamente i genitori biologici, ma non quelli sociali, anche detti “d’intenzione”. Se cioè la coppia ricorre alla donazione di un gamete da parte di una terza persona, la legge italiana non ha strumenti per legittimare il rapporto di parentela tra il figlio e la persona che, nella coppia richiedente, non ha partecipato biologicamente al concepimento o non ha portato a termine la gestazione.

La proposta di legge – Con la proposta di legge passata alla Camera, le pene previste in Italia per il reato di maternità surrogata sarebbero applicate a chiunque la attui, “anche se il fatto viene commesso all’estero“. La proposta è passata però con un emendamento che circoscrive la pena ai soli cittadini italiani. Questo significa che non saranno perseguibili, ad esempio, due cittadini americani che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata e sono venuti in vacanza in Italia. Cosa potrebbe invece succedere ai genitori italiani che tornano con un figlio nato in un Paese dove è concessa la maternità surrogata? I genitori potrebbero essere denunciati mentre il neonato potrebbe essere affidato ad altre coppie su decisione della magistratura.
Dopo l’approvazione del 31 maggio da parte della Commissione Giustizia, il testo unico del centrodestra proseguirà il suo iter legislativo con una prima discussione alla Camera il 19 giugno.

Ambiguità nel PD – Sulla questione della maternità surrogata il fronte di centrosinistra continua a dividersi. Il deputato democratico Alessandro Zan ha definito l’azione della maggioranza «una corsa forsennata per una legge folle». D’accordo con lui anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che qualche settimana fa ha dichiarato di essere sempre stata favorevole alla gestazione per altri. Sulla stessa linea anche i deputati Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del PD e Federico Giannassi, capogruppo del PD in Commissione Giustizia. Le fratture all’interno del primo partito di opposizione sono però emerse durante la discussione sulla proposta di legge targata Fratelli d’Italia. Riccardo Magi, deputato di +Europa, aveva presentato due emendamenti alla proposta: uno per cancellare dalle possibili conseguenze la pena carceraria, l’altro per sostituire la pena pecuniaria con una sanzione amministrativa tra i 5 mila e i 50 mila euro. Mentre i 5 stelle hanno supportato compatti la proposta di Magi, la maggioranza del PD ha votato contro i due emendamenti, portando alla luce gli strappi interni al partito. Il tema divide anche gli ambienti transfemministi e LGBTQ+. Una petizione, con cui si chiede che venga redatta una Convenzione ONU contro la gestazione per altri, è stata firmata anche da Cristina Gramolini, presidente di ArciLesbica e da Aurelio Mancuso, ex presidente di ArciGay, oltre che da femministe ed esponenti PD.