«No alle nozze gay, ma sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto e omosessuali». E’ inaspettatamente la Chiesa a portare al centro della campagna elettorale il tema delle unioni civili. Ad affrontare la delicata questione, martedì 5 febbraio, è stato l’arcivescovo Vincenzo Paglia, neo presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. A chiarire la posizione della Chiesa è stato poi il cardinale Camillo Ruini, che «pur non contestando la libertà delle persone di unirsi tra loro come meglio credono», spiega che resta aperta la questione se si tratti o no di una vera famiglia.

L’ex presidente della Cei, in un’intervista a Tempi, settimanale vicino a Comunione e Liberazione, interviene nel dibattito: «Le persone di buon senso, siano o meno credenti, si rendono conto che compito fondamentale della famiglia è generare ed educare i figli e che i figli, per crescere bene, hanno bisogno di un padre e di una madre». Ruini sottolinea che «da qualche anno, in Italia come in tutto l’Occidente, è in atto una grande campagna mediatica per contraddire questa certezza elementare”, confidando che “gli italiani, un popolo ricco di buon senso, non si lasceranno ingannare facilmente».

Le elezioni politiche sono alle porte e il dibattito sul tema è presente nei programmi dei vari partiti. «Se tocca a me, proporrò la legge tedesca sulle unioni civili delle coppie omosessuali», fa sapere il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, sulla scorta di quanto si sta decidendo in Francia e in Gran Bretagna.

Nella coalizione di sinistra, è Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia Libertà, a richiamare l’attenzione sul tema in un’intervista al Fatto Quotidiano. Il governatore della Puglia ha ammesso di «aver paura di uscire la sera a Roma, dove negli anni di Alemanno ho visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all’igiene del mondo». Vendola sottolinea che il problema ha una portata nazionale e conclude annunciando che nei prossimi giorni presenterà una proposta di legge per i matrimoni gay.

Sulla stessa linea il programma di Rivoluzione Civile dell’ex magistrato Antonio Ingroia vi è il riconoscimento dei diritti civili, degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere.

Chi ha da tempo espresso un parere discordante è Mario Monti, che ha chiarito la posizione della coalizione di centro in un’intervista su Skytg24. «Il mio pensiero è che la famiglia sia costituita da un uomo e una donna, credo che sia fondata sul matrimonio e ritengo necessario che i figli crescano con un padre e una madre. Il Parlamento può certamente trovare delle soluzioni convincenti per regolare altre forme di unioni e convivenze».

Più netta la linea del Popolo della Libertà, che conferma la rotta seguita negli anni dal governo Berlusconi e continua ad essere contrario al riconoscimento del matrimonio omosessuale.

Chi resta senza una posizione ufficiale è il Movimento 5 Stelle. Nel programma dei “grillini” non è stato inserito alcun riferimento al tema, ma il portavoce Beppe Grillo sul proprio blog sottolinea: «Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge».

Silvia Morosi e Andrea Zitelli