«In Francia si studia la guerra dei 100 anni, in Europa ricordiamo quella degli 80 anni, dei 30 anni. Raramente ci si sofferma sui periodi di pace. Si dovrebbe parlare della pace di questi decenni, la pace dei 70 anni, nel proposito che si allunghi e che non venga mai interrotta». Così Sergio Mattarella si è espresso durante la cerimonia di consegna della laurea honoris causa all’università di Marsiglia affermando la necessità di mantenere quella pace voluta dagli Stati dopo gli orrori del secondo conflitto mondiale. Il Presidente della Repubblica si è schierato con forza dalla parte del diritto internazionale, sempre più ignorato da singoli stati che preferiscono tutelare i rispettivi interessi nazionali. Il diritto internazionale è tra l’altro anche al centro dell’audizione in Parlamento italiano tenutosi poche ore dopo, dove i ministri Nordio e Piantedosi hanno dovuto spiegare la gestione del caso Almasri. Il generale libico è stato rilasciato e riportato in Libia con volo di Stato italiano, nonostante la richiesta di cattura da parte della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. La stessa Corte che molti esecutivi europei, tra cui il governo Meloni, hanno dichiarato di voler ignorare nel caso di eventuali visite istituzionali di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano sulla cui testa pende un mandato di cattura.
Guerra – Per quanto riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina, Mattarella ha giustificato le politiche a sostegno del paese guidato da Zelensky con un paragone audace tra l’invasione russa e quelle del Terzo Reich: «La strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra, ma un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità nel proposito di evitare il conflitto».
Multilateralismo – Mattarella si è rivolto poi a Donald Trump, senza citarlo esplicitamente: «Si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Ma l’Onu per 80 anni ha perseguito la pace mondiale». Il destinatario principale di questa critica è senza dubbio il presidente degli Stati Uniti, che ha già dichiarato l’uscita di Washington da una serie di organismi delle Nazioni Unite, tra cui il Consiglio per i diritti umani (Unhrc), l’Agenzia di soccorso delle Nazioni Unite per i palestinesi (Unrwa) e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il Presidente non risparmia neanche l’Unione europea che si deve chiedere se accetta di «essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie» con la prospettiva di un «vassallaggio felice», oppure se intende diventare un protagonista della politica internazionale attraverso l’affermazione dei suoi valori.