Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella giura di fronte al Parlamento

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella giura di fronte al Parlamento

Sergio Mattarella giura di fronte al Parlamento e si presenta all’Italia, come “arbitro garante della Costituzione”. Che “deve essere e sarà imparziale”. E’ questa l’immagine che il nuovo Presidente della Repubblica vuole trasmettere innanzitutto alle forze politiche da subito, fin dal discorso di insediamento pronunciato il 3 febbraio 2015. E parla a tutte le forze dell’emiciclo, il neo capo dello Stato. Ma da arbitro, chiede anche “l’aiuto della correttezza” a tutti i giocatori. Un passaggio cruciale, dopo le  accuse di parzialità rivolte da alcuni partiti, dal Movimento 5Stelle a Forza Italia, al suo predecessore Giorgio Napolitano.

Economia, riforme costituzionali e elettorali. Il capo dello Stato parla da subito dei nodi politici più urgenti.

“E’ indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo”. Non solo austerità, dunque. Il Presidente plaude alla strategia “perseguita opportunamente”, dice, dal Governo Renzi durante il semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. D’altra parte, l’elezione di Alexis Tsipras al governo greco e i sondaggi elettorali che in Spagna danno il partito anti austerità “Podemos” al primo posto, sembrano confermare questa scelta.

“E’ significativo che il mio giuramento sia avvenuto mentre sta per completarsi il percorso di un’ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione”, ha detto Mattarella sulla situazione politica italiana. “Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità, desidero esprimere l’auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia”. Il riferimento è qui al processo di riforme costituzionali avviato dal Governo Renzi, che Mattarella sembra incoraggiare. In particolare, il Capo dello Stato nomina la Riforma del Titolo V, che prevede il superamento del bicameralismo perfetto e riduce a cento il numero dei componenti del Senato. Non manca un riferimento all’Italicum, approvato al Senato, ora in esame alla Camera per il terzo passaggio definitivo. “Come è stato più volte sollecitato dal presidente Napolitano, un’altra priorità- dice- è costituita dall’approvazione di una nuova legge elettorale”.

C’è anche un richiamo indiretto al Movimento Cinque Stelle nel discorso di giuramento di Mattarella. Nonostante Grillo abbia scelto di non partecipare, il capo dello Stato parlava soprattutto del suo movimento, quando si è complimentato con il Parlamento attuale per l’alta percentuale di donne e giovani presenti: “un risultato prezioso che troppe volte la politica stessa finisce per oscurare dietro polemiche e conflitti”.

Un riferimento per ogni parte politica, nel primo e solenne discorso del nuovo capo dello Stato.

Livia Liberatore