Senato

L’Aula del Senato

Ci sono due cose che vanno portate a casa e una che non deve interferire. Da ottenere: la fiducia sul maxiemendamento e il sì definitivo del Senato alla Legge di Stabilità. Da evitare: la sovrapposizione con il voto sulla decadenza di Berlusconi. L’agenda di Palazzo Madama e la volontà del premier Letta impongono di accelerare sul provvedimento, in una corsa contro il tempo prima del 27 novembre.

Deve passare un’altra nottata la Legge di Stabilità, questa volta portandosi addosso la questione di fiducia sul premier e la sua squadra. Ma prima della serata decisiva del 26 novembre, anche il pomeriggio si annuncia duro da affrontare. L’esecutivo presenterà infatti un maxiemendamento per non perdere i risultati dell’infinita discussione in Commissione Bilancio, chiusa alle 2.30 del mattino con l’approvazione del testo, ma senza il mandato al relatore. Un aspetto tecnico ma ricco di conseguenze, perché rende teoricamente nulle tutte le modifiche approvate fino a quel punto. Il maxiemendamento, ha spiegato il ministro Dario Franceschini, «recepirà il lavoro della commissione e integrerà esclusivamente gli emendamenti del governo e dei relatori». Su questo il governo ha annunciato la questione di fiducia.

Prima del voto, il piano per l’organizzazione finanziaria dello Stato andrà incontro a una modifica annunciata da Enrico Letta al Sole 24 Ore: l’introduzione di una norma che vincola le risorse recuperate attraverso la spending review e il contrasto all’evasione fiscale a una condizione: la riduzione delle tasse sulle imprese e sul lavoro. La chiama arriverà all’ora di cena. Poi, iniziarà la nottata.

Lucia Maffei