C’è un prima e un dopo Silvio Berlusconi per tutti. E per tutto. Per la politica, per il mondo dell’imprenditoria, per il calcio. Ma innanzitutto per la televisione. Per questo più di qualcuno ha parlato di una vera e propria rivoluzione. Con l’ex Cavaliere, la tv italiana ha cambiato volto o meglio ne ha assunto uno parallelo e contrario. Dalla loro nascita negli anni Ottanta, Canale 5 e le reti sorelle, Rete 4 e Italia 1, hanno proposto un modello di televisione opposto rispetto a quello della Rai, che fino ad allora deteneva il monopolio della comunicazione in Italia. Un modello commerciale, finanziato dalla pubblicità, e rivolto ad un pubblico più ampio. Affianco ai programmi culturali e all’informazione di rete, hanno debuttato in tv programmi popolari, format che spesso violavano le regole estetiche osservate in passato sul piccolo schermo.

Massimo Donelli, ex direttore di Canale 5 (foto da Twitter)

Berlusconi e la televisione- L’uomo dei sogni realizzati, partito dal basso e divenuto uno tra i più ricchi del mondo grazie alle sue intuizioni. Massimo Donelli, direttore di Canale 5 dal 2006 al 2012, di Sorrisi e canzoni dal 2002 al 2006 e già direttore editoriale dei periodici mondadoriani 2Tv e Star+Tv, ha conosciuto Berlusconi da vicino. «Lui ha distrutto il monopolio televisivo statale. Ha costruito, con l’aiuto di Mike Bongiorno che veniva da un’esperienza iniziale nella televisione commerciale statunitense, la tv commerciale in Italia e ha creato un sistema che poi è stato chiamato duopolio». Il giornalista , poi, sottolinea che «la Rai sembrava un colosso inscalfibile. Berlusconi ha creato l’alternativa, una televisione gratuita in quanto commerciale, che attirava gli investitori pubblicitari e un pubblico spendente, con contenuti assai diversi rispetto a quella del servizio pubblico. Il paradosso di oggi è che quel servizio pubblico copia la tv commerciale».

Gli uomini del Cavaliere- La sua abilità, secondo Donelli, è stata anche quella di circondarsi di persone geniali. «Innanzitutto Maurizio Costanzo, che la televisione la conosceva bene, poi Mike Bongiorno. Tutto il resto lui lo ha creato da zero. Carlo Freccero scriveva le schedine dei film e telefilm, è nato li dentro. Ancora Giorgio Gori e ne dimenticherò altri mille. Con Berlusconi, Mediaset è diventata, a fianco della RAI, la grande scuola televisiva italiana».

Il futuro incerto- Sulle prospettive e sul futuro di Mediaset dopo l’era Berlusconiana, Donelli è convinto: «Un cambiamento di passo ci sarà sicuramente. Dobbiamo però prima vedere come ha regolato l’asse ereditario. Non dimentichiamo che ha cinque figli, che decideranno cosa fare. Si tratta di una eredità pesantissima e anche importantissima. È chiaro che l’uscita di scena del papà spezza un equilibrio all’interno della famiglia, esattamente come spezza un equilibrio all’interno del paese».

Berlusconi come editore– La collaborazione più intensa che Donelli ha stretto con Silvio trova una dimensione al di fuori del mondo della tv. «Ho conosciuto Berlusconi quando lavoravo in Mondadori. Era il migliore degli editori possibili: un uomo pieno di entusiasmo, con una grande intelligenza e questo credo che nemmeno i suoi nemici lo possano negare. Una cosa che pochi sanno è che era molto predisposto all’ascolto e lavorare con lui era veramente piacevole, perché oltretutto era un uomo molto generoso».

Il retroscena-  «Quando io ero co-direttore di Epoca e il direttore era Nini Briglia, andammo a colloquio con Berlusconi e gli proponemmo un totale restyling del settimanale» racconta Donelli. «In quell’occasione gli chiedemmo la sua disponibilità ad incontrare la redazione: un suo gesto di attenzione sarebbe stato molto motivante. Ci pensò su un minuto, ci chiese cosa avrebbe dovuto dire e se potevamo preparargli un foglio di appunti. Organizzò poi una sontuosa cena ad Arcore e volle che andassimo tutti. Alla fine si alzò per fare un discorso e lasciò tutti a bocca aperta, perché sembrava che nella vita non si fosse occupato altro che di Epoca». E poi la proverbiale generosità: «Dopo fece entrare i maggiordomi con dei vassoi che portavano pacchetti coloratissimi. Regalò un orologio d’oro ultrapiatto a tutti i presenti».