Francia e Spagna prendono l’Italia come esempio. Da non seguire. Così si è riaccesa la polemica europea sulla gestione italiana dei migranti, ma anche sulle politiche economiche. Quasi una settimana dopo le accuse sulla questione dei flussi migratori mosse da Gerald Darmanin, ministro degli Interni francese, a Parigi lo scontro è stato portato avanti anche da Stéphane Séjourné, leader del partito di maggioranza Renaissance. A causa delle tensioni con la Francia, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, aveva già annullato l’incontro che era stato programmato a Parigi con la sua omologa Catherine Colonna. Un colloquio che verrà ancora rimandato considerato che il fuoco della polemica non si spegnerà presto.

Le accuse – Le parole di Séjourné sono state riferite dal giornale Le Figaro: «L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace». Parole che, sommate a quelle scritte su twitter dal politico francese, hanno riacceso la tensione che si era appena placata tra i due Paesi. Sul social di Musk, Séjourné aveva difeso Darmanin sulle sue affermazioni contro Giorgia Meloni, accusata di essere «incapace di risolvere i problemi migratori sui quali è stata eletta». Non solo una polemica contro il governo italiano, ma anche un modo per colpire il partito di Marine Le Pen.

Anche dall’altro lato dei Pirenei è partita la polemica contro l’Italia. Secondo Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro del governo socialista spagnolo, Giorgia Meloni ha mostrato di «voler governare contro lavoratori e lavoratrici», tornando a dei «contratti spazzatura». L’accusa di Díaz è diretta a Vox, il partito di estrema destra che ha un stretto rapporto con la stessa Meloni: secondo la vicepremier, il partito di opposizione vuole prendere come ispirazione le politiche economiche italiane contro gli interessi dei lavoratori. Da Santiago Abascal, leader di Vox, ha difeso l’operato del governo di Meloni: «Politiche di successo», così sono state definite dal politico della destra spagnola.

Le risposte – Mentre dalla Francia e dalla Spagna arrivavano le accuse all’Italia, nella giornata di mercoledì 10 maggio Giorgia Meloni si trovava a Praga con Petr Fiala, primo ministro ceco. La risposta della presidente del Consiglio Meloni è stata fredda: «Si utilizza la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo, però ognuno fa le scelte che vuole fare». Poche ore dopo è arrivata la rassicurazione: «Vedrò Macron nei prossimi giorni. Non mi risulta che ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia».
Dal resto della politica italiana le repliche sono più dure. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha parlato di «toni inaccettabili e offensivi». Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, ha parlato di un attacco ingiustificato di Séjourné, che «non servirà a risolvere i molti problemi politici che ha». Antonio Tajani, ministro degli Esteri, dopo avere affrontato la passata polemica con Darmanin ha risposto invece alle accuse spagnole: «Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo», ha scritto così in riferimento al partito della vicepremier Díaz.