Fonte: Ansa/Gasperini

Sembrava tutto risolto martedì 8 novembre: la nave Ocean Viking della Ong Sos Méditerranée non sarebbe sbarcata sulle coste italiane ma nel porto francese di Marsiglia. Poi, due giorni dopo, il dietrofront delle autorità francesi che lascia la nave umanitaria in balia delle onde e delle lotte politiche.
Giorgia Meloni deve difendersi dalle accuse del governo francese, dell’Europa e perfino dell’Ordine dei Medici, indignato dopo le ultime dichiarazioni del Capo del governo riguardo ai referti che hanno permesso lo sbarco in Italia di 246 naufraghi.

Parigi attacca – La presunta luna di miele tra il presidente francese Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, cominciata con il loro primo incontro a Roma il 23 ottobre scorso, è già finita. Dopo la notizia trapelata l’8 novembre di un’apertura da parte del governo francese del porto di Marsiglia alla nave di SOS Méditerranée, con annessa esultanza di Matteo Salvini sui social, ieri è arrivata subito la smentita con la denuncia d’Oltralpe del “comportamento inaccettabile” da parte dell’Italia.
La Francia ha bloccato a metà strada, al largo della Corsica, l’imbarcazione. Nel mentre il presidente della Ong Alessandro Porro ha dichiarato che la situazione a bordo è tragica e deve risolversi entro 24-48 ore massimo.

Scontro interno – La questione degli sbarchi divide la politica francese. La sinistra guidata da Jean Luc Mélenchon non perde tempo e chiede lo sbarco immediato dei migranti perché la Francia è uno stato «non diretto da una neo fascista». Il presidente Macron è attaccato anche dalle destre di Marine le Pen, alleata di Meloni, e di Eric Zemmour che chiedono di non autorizzare lo sbarco.
Al centro delle proteste c’è il partito di Macron Renaissance, il quale è a sua volta diviso al suo interno: alcuni esponenti sono per aprire i porti alla nave, ma il governo non ha ancora confermato lo sbarco. Molti governatori locali, tra cui il sindaco di Marsiglia e il presidente della Corsica, si dichiarano disponibili ad aprire i loro porti ai 234 migranti.

Bruxelles – Anche l’Unione Europea, mediante una nota della Commissione, accusa indirettamente l’operato italiano e francese chiedendo lo sbarco immediato nel porto più vicino di tutte le persone a bordo della nave. Nella dichiarazione vengono richiamati tutti gli stati membri a rispettare i principi di collaborazione e ricollocamento sulla base del Meccanismo di solidarietà siglato solamente due anni fa.

Reazione italiana – «Tutti sono bravi a pontificare su ciò che dovrebbe fare l’Italia e bravissimi a non fare nulla per i migranti»: con queste parole, in un’intervista odierna sul Messaggero, il ministro della Difesa Guido Crosetto commenta l’indecisione francese riguardo alla Ocean Viking.
I collaboratori della premier cercano di stemperare la tensione affermando che è tutto frutto di un malinteso. Meloni però non arretra e ribadisce che la legalità sarà un tratto distintivo del suo esecutivo.
Tutto il governo appoggia la linea della presidente del Consiglio, ma da Silvio Berlusconi arriva un distinguo: «Capisco il senso politico della condotta del governo, ma bisogna sempre fare attenzione ed essere umani rispetto a chi soffre in mare».

Attacco ai medici – Mentre infuria lo scontro politico tra Italia e Francia per i migranti sulla Ocean Viking, Meloni si attira l’ira dell’Ordine dei Medici. “Decisione bizzarra”: così viene definito dalla Premier il responso di psicologi, psichiatri e infettivologi che hanno giudicato “soggetti a rischio”, e quindi obbligati allo sbarco, 246 profughi. La risposta del presidente dell’Ordine Filippo Anelli non si è fatta attendere: «Si rispettino le decisioni che i sanitari hanno preso perché la valutazione dello stato di salute è cosa diversa dalle scelte politiche in tema di migranti».