Centinaia di migliaia di accessi abusivi a banche dati informatiche pubbliche per almeno 15 terabyte di informazioni salvate e rubate, una sessantina di persone accusate a vario titolo per reati di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio, intercettazione abusiva e favoreggiamento. Al centro la società Equalize Srl, una società di investigazione privata attiva nella consulenza alle imprese per sviluppare il proprio business. L’inchiesta, illustrata in una conferenza stampa sabato 26 ottobre, è stata avviata dalla Procura di Milano sulla base delle indagini eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese.
Il metodo – La società milanese, con sede a pochi passi dal Duomo, ha messo a punto la piattaforma Beyond, in grado di aggregare e rendere facilmente analizzabile un’ampia gamma di informazioni trovate con i metodi più diversi, compresi quelli illegali. Secondo gli inquirenti, la raccolta avrebbe sfruttato anche i virus trojan e sistemi di hackeraggio che si infiltravano nei dispositivi elettronici personali degli spiati. Per il pm della Dda (Direzione distrettuale antimafia ), Francesco De Tommasi, l’organizzazione avrebbe contato “su appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa”. Equalize potrebbe aver goduto di rapporti privilegiati con figure infedeli dei servizi segreti, delle istituzioni e delle società che gestiscono i database legati alle forze di polizia, al Ministero dell’Interno, all’anagrafe, al catasto, al fisco, alle segnalazioni delle operazioni sospette della Banca d’Italia.
I protagonisti – Il Gip (Giudice per le indagini preliminari), Fabrizio Filice, ha emesso quattro ordinanze di arresti domiciliari e due misure interdittive, oltre al sequestro di società. Al momento sembrerebbe che gli elementi di spicco siano stati tre. Prima di tutto l’azione dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo, amministratore delegato di Equalize, che in passato è stato tra gli artefici della cattura di latitanti e dell’individuazione degli autori di agguati mafiosi come la strage di Duisburg nel 2007. Rilevante anche il ruolo di Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker in grado di trovare i punti vulnerabili dei database. Entrambi sono finiti ai domiciliari insieme a Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, titolari o soci di aziende esperte nella sicurezza informatica. Non è stata convalidata la misura cautelare per il socio di maggioranza di Equalize Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera di Milano (non coinvolta nelle indagini), già manager di Eur, Vodafone, Sogei e Poste Italiane, e molto vicino agli ambienti del centrodestra. La Procura chiederà al tribunale del Riesame di comminare anche per lui gli arresti domiciliari, proposta rigettata finora dal Gip.
I mandanti – A commissionare gli approfondimenti considerati illegali dagli inquirenti ci sarebbero alcuni nomi noti. Leonardo Del Vecchio jr, figlio dell’omonimo fondatore di Luxottica, avrebbe voluto disporre di informazioni sui fratelli per questioni legate all’eredità e sulla ex fidanzata. Fulvio Pravadelli, con un passato nella creatura di Silvio Berlusconi Publitalia, avrebbe fatto spiare il cantautore e musicista Alex Britti, ex compagno della figlia. Tra i clienti Equalize ci sarebbero stati diversi manager di Barilla e del gruppo Erg.
Gli spiati – Tra le persone spiate ci sono la nipote di Gianni Agnelli, la defunta Virginia von Furstenberg, Ginevra Caprotti, della famiglia del creatore di Esselunga, l’ex assessore regionale Letizia Moratti quando era sostenuta da Azione di Carlo Calenda all’ultima corsa per il Pirellone e rimasta fuori dal Consiglio regionale, il presidente del Senato Ignazio La Russa e suo figlio Geronimo. Sarebbe stata violata pure la casella di posta elettronica del capo dello Stato Sergio Mattarella. Tra le persone spiate ci sarebbe pure un oligarca russo e cittadini russi-kazaki (Victor Kharitonin e Alexandrovich Toporov).
La curiosità – The Equalizer è una serie televisiva statunitense ancora in corso che ruota attorno alla figura di una ex agente della CIA, interpretata da Queen Latifah, che indaga parallelamente alla polizia su dei crimini servendosi di una potente piattaforma informatica clandestina e della collaborazione con un hacker. Il titolo della serie ricorda il nome della società oggetto delle indagini della Procura milanese.