Ha vinto la più giovane dei nove “in corsa”. I militanti del Movimento 5 Stelle hanno deciso: sarà Milena Gabanelli, giornalista d’inchiesta, il candidato al Quirinale dei grillini. Il responso arriva al termine dei due turni delle “Quirinarie”, promosse dai Cinque Stelle, che da subito avevano preso una posizione forte: in Parlamento voteremo solo il nome che i cittadini ci indicheranno.

Raggiunta dall’agenzia di stampa Ansa, Milena Gabanelli si è detta “assolutamente commossa e anche sopravvalutata”, precisando:  “Quando pensano che tu sia all’altezza di un compito così grande si può solo essere onorati, perché è altamente gratificante”. Per ora, però, la giornalista non si è sbilanciata se accettare o meno la candidatura e ha riservato ai taccuini solo poche parole: “In merito alla candidatura, quando i proponenti me lo chiederanno risponderò”.

La Gabanelli ha preceduto, nell’ordine, Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Giancarlo Caselli, Romano Prodi e Dario Fo. Beppe Grillo si era ritirato dalla corsa alla vigilia del voto. Non sono stati resi noti né il numero dei votanti né il numero delle preferenze che ciascun candidato ha ricevuto. Gli aventi diritto al voto erano 48282, cioè gli “iscritti al Movimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 con un documento di identità digitalizzato”. Sul suo blog, Beppe Grillo ha tenuto a ringraziare quanti hanno preso parte al voto.

Alla notizia della candidatura da parte del Movimento della Gabanelli, è arrivata la replica del Pdl Daniele Capezzone: “Con la candidatura grillina di Milena Gabanelli al Quirinale, la Repubblica italiana avrebbe bisogno di un nuovo simbolo: le manette. Ma non abbiamo bisogno di un’Italia fondata sul giustizialismo”. Lo stesso Capezzone aveva espresso un netto rifiuto anche alla candidatura al Colle di Romano Prodi: “Non voglio nemmeno prendere in considerazione quest’eventualità, sarebbe una ferita inaccettabile”. Un Prodi che è apparso piuttosto freddo sull’eventualità di diventare il nuovo Presidente della Repubblica: “Non mi fa nessun effetto”, sono state le sue parole.

Francesco Paolo Giordano