Mini-Bot, rapporti con l’Europa e rimpasto di governo. Sono questi i temi sul tavolo di palazzo Chigi, dove nella serata del 10 giugno si incontreranno Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi di Maio. Un vertice che anticipa il Consiglio dei ministri previsto per martedì 11.

Due le fazioni in campo. Da una parte il presidente del Consiglio con alle spalle il ministro dell’Economia e delle Finanza Giovanni Tria e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che  vorrebbero accogliere le richieste dell’Ue di un maggiore controllo sul debito e sul deficit. Di parere opposto i due vicepremier che non vogliono rinunciare alle misure chiave della campagna elettorale di un anno fa come flat tax, quota 100 e reddito di cittadinanza.

Conte vuole pieni poteri – Accusato da molti di essere solo una figura di rappresentanza dell’alleanza tra Lega e 5 Stelle, il premier Conte cerca di ritagliarsi uno spazio di manovra autonomo, specie nei negoziati in corso con l’Unione europea. Al Corriere della Sera ha dichiarato: «Se non siamo responsabili, rischiamo di andarcene tutti a casa. Di certo me ne vado io. Devo poter condurre insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il negoziato senza distonie e cacofonie». Si tratta sia di evitare la procedura d’infrazione sia di concordare le nomine italiane per la legislatura europea 2019-2024. Quasi certamente all’Italia spetterà un membro della Commissione, come oggi è Federica Mogherini in veste di Alto rappresentante, e si è fatto il nome di Enrico Letta come presidente del Consiglio europeo. Per quanto Letta sia stato rifiutato da Di Maio, la scelta non dipende solo dall’Italia. Il Parlamento europeo, dove il gruppo della Lega è in netta minoranza e il M5S non ha alleati, è decisivo sia per approvare la Commissione nel suo complesso sia per eleggere il vertice del Consiglio europeo. Infatti l’attuale capo è il polacco Donald Tusk, votato contro il parere contrario del suo Paese.

Il nodo dei mini-Bot – Uno dei principali contrasti con l’Europa è sui mini-Bot. Proposti la prima volta da una mozione dell’opposizione approvata all’unanimità, si tratterebbe di titoli di debito dal valore molto basso, equivalente al taglio delle banconote in uso, con cui il governo propone di pagare le decine di miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso le imprese private. Fermo sostenitore della proposta è il deputato Claudio Borghi, economista di riferimento della Lega, con cui concordano sia Di Maio, sia Salvini. Il presidente della Banca centrale europa Mario Draghi ha già sentenziato: «I minibot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale». Bce e Banca d’Italia hanno poi ricordato che se il Paese emettesse una nuova valuta a corso legale si auto-condannerebbe all’espulsione dall’Euro per violazione massima dei trattati.

Il ministro Tria si è schierato contro i mini-Bot, temendone i rischi, ma contro di lui si è aperto il fuoco di Lega e 5 Stelle uniti, con il pentastellato Alessandro di Battista a ricordare ieri che i mini-Bot sono nel contratto di governo. Da parte sua Conte ha affermato «È una proposta mai portata a Palazzo Chigi».

Più ministri alla Lega – Le amministrative di domenica 9 giugno hanno confermato quanto già visto alle europee del 26 maggio: la Lega è il primo partito del Paese, mentre il Movimento 5 Stelle è in calo di consensi e lontano dal 32% delle politiche 2018. Anche se alla Camera e al Senato i parlamentari pentastellati rimangono circa il doppio di quelli leghisti, sono in molti a credere a un rimpasto di governo che porti più ministri in dote alla Lega, altrimenti Salvini potrebbe minacciare la caduta del governo e nuove elezioni. Nulla è stato ufficialmente pronunciato, ma sembrano ballare i nomi di Giulia Grillo, ministro della Salute e Danilo Toninelli delle Infrastrutture, che molte volte è entrato in contrasto con la Lega sulla questione delle grandi opere, primo fra tutte il Tav Torino-Lione. Altre voci suggeriscono Giancarlo Giorgietti, numero 2 di Salvini e sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, come nuovo ministro degli Affari europei, ruolo per ora assegnato ad interim a Conte dopo le dimissioni a marzo di Paolo Savona.