“Mps? Mi sto convincendo sempre più che la politica si sia calata le braghe”. Non usa giri di parole, come di consueto, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, intervenuto martedì 29 gennaio ai microfoni di Radio 24. Ma è una pioggia di attacchi e contrattacchi, quella che continua a cadere su Siena e la sua banca, dopo lo scandalo legato ai derivati.

Doveroso l’intervento del governo, con il ministro Grilli ad intervenire in Commissione a Montecitorio per parlare dello stato della finanza italiani e soprattutto dei finanziamenti in soccorso dell’istituto senese, al centro di scandali finanziari giudiziari e politici. “Noi siamo pronti a fare una commissione d’inchiesta”, rincara la dose il segretario del Pdl Angelino Alfano, in un inedito asse con Beppe Grillo. “Ci sono gli estremi – spiega Alfano – di una tale gravità da immaginare una scelta di questo genere”.

D’accordo anche Pierferdinanzo Casini, purchè la Commissione “non interferisca col lavoro della magistratura”, spiega il leader Udc. Antonio Di Pietro, come detto, non è più morbido: “La politica si è calata le braghe ed è controllata dalla finanza, che decide chi deve fare politica e come. Una volta si comportava così il sistema mafioso”. E c’è anche chi, come il segretario della Lega Nord Roberto Maroni, coglie l’occasione per un nuovo affondo al premier uscente Mario Monti, che – dice Maroni – “non può scappare dalla sua responsabilità” sul caso che ha portato a picco la banca più antica d’Italia.

Eva Alberti