“Grazie ai vostri voti è nata una start-up della politica”, ha twittato Mario Monti a conclusione della lunga e concitata giornata elettorale del 25 febbraio. Ma i risultati delle urne sono state una delusione per la coalizione guidata dal Premier uscente. La forza politica centrista, nata con la “salita” in politica del Professore dopo la conferenza stampa di fine anno era stimata nei sondaggi elettorali attorno al 15 per cento. Una percentuale che durante la campagna elettorale ha permesso a Monti di trattare con il Pd per i futuri equilibri in Parlamento. Eppure secondo il dato nazionale la coalizione guidata dall’ex rettore della Bocconi ottiene poco più dell’8 per cento dei suffragi. Al Senato, dove il ruolo di Monti era considerato decisivo per un’eventuale alleanza con il centrosinistra, la lista Con Monti per l’Italia è riuscita a eleggere soltanto 18 senatori, ottenendo il 9,1 per cento dei voti.
Alla Camera, dove la lista del Professore Scelta civica correva insieme all’Udc di Pierferdinando Casini e a Fli di Gianfranco Fini, Monti ha preso l’8,3 per cento dei voti, eleggendo 37 deputati. Mentre per i suoi alleati il risultato è stato un flop. L’Udc, ottenendo l’1,7 per cento, è riuscito a rimanere in Parlamento soltanto grazie alla clausola del “miglior perdente” presente nel Porc ellum. Mentre la sera del 25 febbraio stavano arrivando i risultati sconfortanti per l’Udc, Casini ha rilasciato la prima dichiarazione: “Nella vita si vince e si perde”. Il leader dell’Udc comunque è stato eletto senatore. A Fini è andata ancora peggio: questa volta il suo partito è rimasto fuori Parlamento.
Alla conferenza stampa la sera del 25 febbraio nel comitato della Scelta civica in via del Corso, Monti ha usato toni pacati e sicuri. Ha detto che la sua lista “da domani diventa struttura destinata a durare a ad interpretare sempre più e meglio le aspirazioni di tanti italiani”. Il Professore ha sottolineato l’importanza dell’operato svolto dal suo governo per restituire all’Italia la fiducia dei mercati. “Turbolenze sui mercati sono risultate oggi sicuramente minori di quanto non sarebbero state se il governo non avesse fatto riacquistare al Paese l’equilibrio finanziario”.
Il Premier uscente ha espresso invece il suo dispiacere per il fatto che si sia andati a votare con Porcellum. “Veramente un motivo di grandissimo rammarico che la legge elettorale non sia stata modificata”, ha detto Monti in conferenza stampa. La colpa però è delle forze politiche e della loro incapacità di attuare riforme, proprio per questo sono state “colpite dalla disaffezione e distanza dell’opinione pubblica”, ha sostenuto il leader della Scelta civica. Ora però bisogna governare con il Parlamento che c’è, per “turbare il meno possibile” il contesto finanziario. Il ruolo della Scelta civica in Parlamento sarà quello di “agire in difesa delle riforme”, ha dichiarato su Twitter il Professore.
La mattina del 26 febbraio anche l’uscente ministro dell’Integrazione e Andrea Riccardi si è detto soddisfatto del risultato ottenuto dalla Scelta civica di Monti. Anche se per lui la performance del Professore poteva essere migliore. “Mi sarei aspettato qualcosina in più”, dichiara il fondatore della Comunità di Sant’Egidio e uno dei maggiori promotori della lista Monti.
All’estero invece la Scelta civica è andata a gonfie vele, piazzandosi come la seconda forza politica con il 21,1 per cento al Senato e il 20,1 alla Camera. Mentre in Germania Monti ha ottenuto il miglior risultato, con il 30,7 per cento al Senato e 27,7 alla Camera. Anche la sua Milano non l’ha deluso, nella zona 1 la sua lista ha ottenuto il 23,1 per cento al Senato e il 24,4 alla Camera.
Anna Lesnevskaya