Firenze, Matteo Renzi ed Enrico Letta a Palazzo Vecchio«Un regalo storico alla destra di Berlusconi. È quello che stanno facendo». È uno dei passaggi dell’intervista rilasciata a RaiNews24 dall’ex premier, Senatore di Scelta Civica e Presidente della Bocconi Mario Monti. Ecco qua gli argomenti principali affrontati dal professore.

Berlusconi «padre di una nuova patria» – Da un lato, «Letta ha voluto tenere fede alla promessa elettorale di Berlusconi sull’Imu dandogli la possibilità di dire alle prossime elezioni che ha ottenuto il risultato”. Dall’altro lato «Renzi per fare la riforma della legge elettorale ha preso come interlocutore qualcuno (Berlusconi ndr) che rispetto molto, ma che è autore di frodi fiscali condannato all’ultimo grado» e così facendo lo renderà «padre di una nuova patria».

I due «ragazzi solidi e promettenti del Pd» – «Questo Pd ha i due ragazzi più solidi e promettenti della politica», commenta Monti, «sarebbe un disastro per loro e per gli italiani se dessero luogo a quello che nel ciclismo si chiama il surplace. I due hanno qualità che sommate sono notevoli. Letta è pacato e affidabile e Renzi ha una irruenza promettente. A loro consiglierei di sfruttare le sinergie che possono essere utili al Paese e di mettere mano al patto di coalizione con all’interno le misure per il lavoro”. «Se in quel programma ci fosse il lavoro – spiega l’ex premier – Letta sarebbe in una botte di ferro perché o Renzi riesce a consegnare il risultato dando prova di grande leadership e ne trae beneficio anche il governo Letta o non riesce e allora è male per il Paese ma Letta avrà mostrato che non tutto quello che esce dalle labbra di Renzi è oro colato».

Scelta Civica «non è più il partito di Monti» – Parlando del partito da lui fondato dichiara: «Sono molto orgoglioso di aver dato vita a Scelta civica, senza la quale il centrodestra avrebbe la maggioranza in Parlamento, con quello che ne consegue. Ora però ho lasciato ogni responsabilità in Sc, sono Senatore a vita e non ho un ruolo nel partito: non lo si chiami più il partito di Monti». Quanto al futuro assetto degli schieramenti politici afferma: «Penso che destra e sinistra abbiano ormai un significato abbastanza limitato. Il vero asse su cui si collocano le forze politiche è quello di chi vuole riforme da una parte e i conservatorismi di destra e sinistra dall’altra». Sulla legge Severino l’ex premier sostiene che quella «fu frutto di un compromesso quasi miracoloso: non sarebbe arrivato se non fossimo stati alla vigilia delle elezioni», momento in cui «i partiti non si sarebbero potuti presentare davanti all’opinione pubblica, avendo detto no a quella legge».

Alessandro Minissi