Il Movimento 5 Stelle si rinnova e conferma la cancellazione della figura del garante. Al termine della seconda votazione sul futuro del ruolo ricoperto da Beppe Grillo dal 2017, gli iscritti al partito hanno confermato la scelta fatta quindici giorni fa. Più dell’80 per cento dei votanti ha optato per abolire la carica di garante del Movimento, nonostante Grillo avesse chiesto di ripetere le votazioni del 24 novembre – come è suo diritto in quanto garante del partito – nella speranza che non venisse raggiunto il quorum. Le votazioni – avvenute tra il 5 e l’8 dicembre – sono state anticipate da un video sui social in cui l’ex comico guidava un carro funebre e inneggiava alla morte del Movimento originario, con il risultato di compattare ancor di più i sostenitori di Giuseppe Conte intorno alla rifondazione del Movimento.
I numeri del voto – Affinché il voto fosse valido avrebbe dovuto partecipare almeno la metà degli oltre 89mila aventi diritto, e così è stato. Nella seconda consulta ha votato il 65 per cento degli iscritti, pari circa a 58mila persone. Di questi, quasi 47mila hanno votato a favore dell’abolizione della figura del garante, aumentando la percentuale ottenuta quindici giorni fa, pari al 63,2 per cento. Il tentativo di Grillo di mandare «per funghi» gli iscritti è fallito miseramente, così come le sue velleità di riconquistare la testa del partito.
Dissidi di lungo corso – Queste votazioni arrivano dopo una lunga serie di problematiche tra Grillo e Conte, a causa della decisione del leader del partito di avviare un processo di rinnovamento del Movimento dopo un periodo di risultati elettorali deludenti. Si è così giunti a “Nova” – l’Assemblea costituente tenutasi il 24 novembre – in cui gli iscritti sono stati chiamati ad esprimersi riguardo il limite dei due mandati, sul simbolo e sul nome del partito, e su alcuni valori fondanti il Movimento delle origini, oltre che sul ruolo del garante.
Una nuova strada – «Ora si volta pagina» ha detto Giuseppe Conte commentando l’esito delle votazioni. Oggi, 9 dicembre, è previsto alle 16.00 un intervento dell’ex premier per parlare del futuro del partito che dovrà occuparsi di riformare il limite dei due mandati. Grillo sembra invece intenzionato a riprendersi il simbolo e – come riporta Il Fatto Quotidiano – dal suo fronte continuano a giurare che porterà Conte in tribunale per mettere in dubbio la validità della Costituente.