Giorgio Napolitano, 89 anni, primo presidente della Repubblica Italiana rieletto dopo la fine del mandato nel 2013, con il nuovo anno lascerà la carica. Ripercorriamo allora le tappe fondamentali della sua seconda presidenza, a partire dalla storica rielezione.
20 aprile 2013: è Napolitano-bis
Per la prima volta nella storia della Repubblica, al Colle viene rieletto il presidente uscente: 738 voti a suo favore, 196 in più di quelli ricevuti nel 2006. Nel discorso tenuto alle Camere lunedì 22, Napolitano disse di “non poter declinare l’appello mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese, nella condizione di acuta difficoltà e perfino di emergenza in cui si trova”.
17 febbraio 2014: nasce il governo Renzi
Dopo la crisi del governo Letta, Napolitano convoca al Quirinale Matteo Renzi per affidargli la composizione di un nuovo Consiglio dei Ministri. Il giorno 20, il Capo dello Stato con una dichiarazione ufficiale annuncia la nascita del nuovo governo “in un clima di grande collaborazione istituzionale”. Napolitano durante i due mandati, ha conosciuto cinque presidenti del Consiglio: Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi.
12 settembre 2014: le riforme
Dopo un’estate di dibattiti tra maggioranza e opposizione, arriva la firma del decreto “sblocca Italia” con cui viene dato il via libera ai lavori per l’alta velocità, alla creazione di nuove autostrade, agli investimenti sulla banda larga e alle semplificazioni burocratiche.
28 ottobre: Napolitano depone sulla trattativa
L’avvenimento più eclatante del Napolitano-bis è però la deposizione del presidente nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, avvenuta il 28 ottobre nelle aule del Quirinale. Anche questo un record per l’attuale Capo dello Stato, perché per la prima volta un presidente è stato ascoltato come testimone nel processo. Napolitano, nella sua testimonianza, ha confermato che “nel 93 la Mafia ricattò lo Stato”.
Dicembre: l’addio al Quirinale è vicino
A partire dal mese di dicembre, per Napolitano è iniziato il “mese bianco”, che sostituisce il “semestre bianco” previsto dalla Costituzione per indicare l’ultimo periodo di presidenza, in cui il capo dello Stato non ha più il potere di sciogliere le Camere. Nel discorso di auguri tenuto il 18 dicembre al Quirinale alla presenza delle più alte cariche dello Stato, Napolitano ha chiesto al governo di “procedere con coerenza e senza battute d’arresto sulla via delle riforme”.
Cecilia Mussi