NapolitanoSono le 10.30 del 15 gennaio e sono passate esattamente 24 ore dalle dimissioni da Presidente della Repubblica, quando Giorgio Napolitano entra nel suo ufficio al quarto piano di palazzo Giustiniani in qualità di senatore a vita. Lo stesso Napolitano, pertanto, prenderà parte alla votazione del suo successore il prossimo 29 gennaio.

“Dove devo firmare? Bisogna che lo faccia bene”. Era iniziata così, esattamente un giorno prima, anche il quel caso erano le ore 10.30, la mattinata di Giorgio Napolitano. Dopo quasi nove anni dall’inizio del suo mandato, il Presidente dimissionario mette nero su bianco una decisione presa da tempo, annunciata lo scorso novembre e ribadita durante il discorso di fine anno. È un lungo addio quello di Napolitano, iniziato proprio con la firma sulla lettera di dimissioni che il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, ha consegna ai presidenti delle camere Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Poco dopo, il picchetto d’onore rende omaggio al Presidente uscente, unico nella storia ad essere rieletto. Nel cortile del palazzo del Quirinale viene suonato l’Inno di Mameli e Napolitano con la moglie Clio saluta funzionari e dipendenti della presidenza. Sono le 12.00 quando Laura Boldrini legge alla Camera la lettera di dimissioni che viene salutata da un applauso di buona parte dei presenti.

Napolitano raggiunge la sua casa a rione Monti. Il quartiere si sta preparando da giorni accoglierlo e lo saluta con un ‘Bentornato a casa’. Nel frattempo, Il presidente del Senato, Pietro Grasso, lascia Palazzo Madama per insediarsi a Palazzo Giustiniani. È lui ad assumere il ruolo di ‘supplenza’ del capo dello Stato fino all’elezione del nuovo inquilino del Colle.

Diverse le reazioni del mondo politico e non. Renzi, che si dichiara grato, commosso ed emozionato dal lavoro di Napolitano, saluta il Presidente anche su twitter con l’hashtag #graziepresidente.

Parole di stima anche da Papa Francesco. Non dello stesso avviso il Grillo e il movimento cinque stelle secondo il quale “Napolitano è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica e dovrebbe rinunciare alla carica di senatore a vita”.

Domenico Motisi