Nicola Cosentino

Nicola Cosentino, respinte istanze di revoca dell'arresto

C’è una persona che non attende con impazienza l’insediamento del nuovo Parlamento, perché per lui significherà l’ingresso in carcere. È Nicola Cosentino, deputato ed ex sottosegretario Pdl, su cui gravano le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione e reimpiego illecito di capitali.

Martedì 5 marzo il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha respinto la seconda istanza di revoca della misura cautelare nei confronti del parlamentare, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per presunti rapporti con il clan dei Casalesi. La pronuncia di martedì mattina riguarda invece l’inchiesta nota come “Il principe e la scheda ballerina”, in cui Cosentino è imputato per corruzione e reimpiego illecito di capitali, accuse aggravate dall’avere agito per agevolare il clan dei casalesi.

In entrambi i casi sono stati ascoltati i pareri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che aveva giudicato insufficiente per l’annullamento delle ordinanze di misure cautelari la mancata candidatura di Cosentino nelle file del Pdl. “Non può essere la mancata ricandidatura – aveva scritto il pm Alessandro Milita – a far ritenere annullato il potere di influenza politica di un uomo che così potente è stato per circa venti anni, soprattutto se quella candidatura è stata una decisione assunta all’ultimo secondo utile dal partito per ragioni di mera opportunità e convenienza, e non per una reale rottura o per ripudio della personalità del Cosentino”.

Una dichiarazione che aveva suscitato le reazioni del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che aveva parlato di “accanimento giudiziario”, e le accuse di “giacobinismo” da parte del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi.

Le motivazioni della decisione del Tribunale saranno rese note probabilmente giovedì 7 marzo. Solo allora i legali di Cosentino, Stefano Montone e Agostino De Caro, decideranno il da farsi. Una tempistica che non ha mancato di destare perplessità: “Trovo bizzarro che le motivazioni della sentenza saranno depositate solo giovedì, togliendoci tre giorni utili per definire la nostra strategia: in 25 anni di professione è la prima volta che accade”, aveva affermato lunedì l’avvocato Montone.

Adesso, è solo una questione di tempi: se l’ordinanza non venisse revocata successivamente dal Tribunale del Riesame, per Nicola Cosentino le porte del carcere potrebbero spalancarsi nel momento in cui decadrà dalla carica di deputato, ovvero quando i nuovi onorevoli e “cittadini” si insedieranno in Parlamento.

Francesco Loiacono