La Camera ha approvato con 225 voti a favore, 166 contrari e 11 astenuti la proposta di legge del PD e degli Alfaniani che estende il diritto alla legittima difesa a patto che il reato avvenga di notte con “grave turbamento psichico” della vittima. Ciò non impedirà a a chi spara di essere indagato ma, se assolto, avrà diritto al rimborso delle spese processuali. «Un pasticcio legislativo scritto con i piedi, che lascia zone d’ombra», attacca il M5S che ha votato contro una legge partorita da un «dibattito basato sulla propaganda elettorale dimenticando la realtà». I grillini denunciano la mancanza di un indennizzo per le vittime di reati violenti che era stato chiesto a gran voce anche da Fratelli d’Italia. «Il PdR (Partito di Renzi) e i suoi satelliti bocciano il nostro ordine del giorno per l’istituzione del Garante delle vittime in seno al provvedimento sulla legittima difesa», ha dichiarato Walter Rizzetto. «Pare assurdo che in Italia esiste il Garante per i detenuti e non quello per le vittime». Contrari alle nuove disposizioni sull’autotutela anche Lega e Forza Italia. Matteo Salvini, che è stato allontanato dall’aula dopo aver urlato «Vergogna!», critica la «difesa variabile a fasce orarie» mentre Silvio Berlusconi pensa che le nuove norme «lasciano margini eccessivi alla discrezionalità dei giudici» senza però rispondere al bisogno di sicurezza degli italiani. Il cavaliere «non conosce il suo testo del 2006, tantomeno il nostro», risponde il relatore renziano Davide Ermini. Nel suo partito la convinzione è che si sia fatto un «passo avanti. molto convincente». Ma rispetto a cosa? Vediamolo in dettaglio.

La legittima difesa: com’era – L’autotutela è disciplinata dall’articolo 52 del codice penale secondo il quale «non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa». La norma è frutto della legge Berlusconi Castelli del 2006 che prevede il riconoscimento della legittima difesa in un processo per omicidio o lesioni – a seconda che il rapinatore sia stato ucciso o ferito durante la commissione del reato –  nel caso coesistano due fattori: il pericolo della vittima di essere aggredita e il rischio reale non solo per l’ incolumità della persona, ma anche per i beni propri o altrui. Nel caso in cui la vittima abbia utilizzato una pistola, questa deve essere legittimamente detenuta. Il proprietario deve ciò avere il porto d’armi. Soprattutto però, la difesa deve essere proporzionale all’offesa. Ciò significa che la vittima può sparare al rapinatore se quest’ultimo è in casa e utilizza la violenza, ma non se è disarmato, ruba e poi scappa o utilizza una pistola giocattolo. La giurisprudenza è consapevole che in questi casi non si ha sempre la freddezza utile a capire la gravità della situazione. Per questo l’articolo 59 riconosce il grave turbamento psichico indotto nella vittima come attenuante. Ciò non ha tuttavia impedito ai giudici di condannare Ermes Mattielli. Il commerciante veneto, morto nel novembre 2015, era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione per aver sparato 14 colpi di pistola contro due ladri sorpresi a rubare nel suo magazzino. Ladri che Mattielli aveva dovuto risarcire con 135mila euro. Sotto processo è finito anche Mario Cattaneo, il titolare dell’osteria indagato per omicidio volontario dopo aver ucciso il ladro che si era intrufolato nel suo locale di notte. Cattaneo ha detto di aver agito per difendere i suoi figli, ma il pm gli contesta un eccesso di legittima difesa.

Cosa cambia – Il nuovo testo di legge, modificato dalla proposta del PD e degli Alfaniani, prevede un’estensione della legittima difesa. Se dovesse essere approvato anche in Senato, i giudici avrebbero più possibilità di riconoscere l’autotutela nel caso in cui l’aggressione avvenga di notte, come previsto dalla giurisprudenza francese. La colpa della vittima verrebbe inoltre esclusa se l’ errore fosse conseguenza del grave turbamento psichico causato dalla persona contro la quale è diretta la reazione. A questo proposito, la commissione presieduta da Donatella Ferranti, Pd, ha specificato che la vittima potrà sparare non solo se minacciata fisicamente ma anche sessualmente. La reazione verrà giustificata anche se la rapina avviene con minaccia o inganno.

Il processo – Secondo il leader del Carroccio manca soprattutto la presunzione assoluta di non colpevolezza della vittima che verrebbe comunque iscritta nel registro degli indagati e spesso finisce nei giornali. A spingere il partito in questo senso è soprattutto la statistica. Secondo quanto riferito dal sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore, il 90% dei processi per casi simili si conclude con l’assoluzione. Ma secondo il PD garantire l’innocenza a priori sarebbe come vivere nel Far West. Passa invece l’emendamento di Walter Verini che prevede il rimborso nel caso di assoluzione.