Una nuova scossa al fronte degli indecisi. Romano Prodi voterà Sì al referendum del 4 dicembre. L’ex Presidente del Consiglio si dice preoccupato per l’immagine di debolezza e instabilità politica che l’Italia sta trasmettendo all’estero. Il premier Matteo Renzi lo ringrazia per aver messo al primo posto le esigenze del Paese. “Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie – ha dichiarato in una nota il fondatore dell’Ulivo – tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale”.
La storia personale di Prodi è quella di un progetto politico che puntava al “superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso”. Favorevole al modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che potrebbe affermarsi con la vittoria del Sì, le sue preoccupazioni riguardano soprattutto i toni che ha assunto la campagna elettorale.
Un dibattito che è sempre più simile a “una rissa”, dice, e che lo ha spinto a rendere pubblica la propria risposta al quesito referendario. Il tema fondamentale, cioè il contenuto della riforma, è stato messo da parte e il referendum è diventato un voto pro o contro il governo. Una situazione che potrebbe portare all’instabilità dei mercati e ad allontanare gli investitori stranieri necessari per la ricapitalizzazione delle banche in crisi, aveva già fatto notare il Financial Times. Lo stesso ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha chiesto al presidente del Consiglio di non dimettersi qualunque sia il risultato del voto, mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, invita a una ricucitura fra le forze politiche a partire dal 5 dicembre.
Quello di Romano Prodi è un Sì a una riforma “modesta”. Lo aveva già fatto intuire sulle pagine de il Corriere della Sera, ma ora diventa chiaro ed esplicito. Un appoggio pubblico che arriva dopo molti anni di silenzio sui temi della politica italiana. Una scelta, aggiunge Matteo Matzuzzi su Il Foglio, che arriva da un cattolico e che potrebbe portare al ripensamento proprio di quella parte dell’elettorato che per ora ha sentito solo le ragioni del No da parte dei sostenitori del Family Day.
Da Ancona, Matteo Renzi ringrazia l’ex presidente della Commissione Europea: “Grazie a Prodi che ha detto che voterà sì pur non condividendo tutto, anzi. Ma riconoscendo che c’è un’esigenza per il Paese”. Dall’altro fronte, Pier Luigi Bersani, che partecipa un’iniziativa a sostegno del No organizzata dall’Arci di Roma, sottolinea lo scarso entusiasmo nelle parole dell’ex leader dell’Ulivo e ribadisce di non voler lasciare il fronte del No in mano alla destra.