Il segretario Enrico Letta all’Assemblea del Pd il 14 marzo 2021. Foto Instagram

«Penso che i due capigruppo debbano essere due donne». Enrico Letta si è schierato in modo netto sulla questione femminile all’interno del partito in un’intervista al quotidiano Il Tirreno. L’affondo deciso del segretario del Pd ha scosso il Nazareno e ha creato tensioni con la corrente ex renziana che fanno capo ad Andrea Marcucci e Graziano Delrio, i capigruppo attuali al Senato e alla Camera.

La non-bocciatura – «Quando sono arrivato ho detto che c’è un problema enorme di presenza femminile: tre ministri sono uomini, io sono un uomo». Letta è sicuro nell’identificare la questione della parità di genere come una delle priorità che il partito deve affrontare in tempi brevi. A più di un mese di distanza dallo scivolone sulla nomina di ministri solo maschi nel governo Draghi, il segretario del Pd vuole rimediare intervenendo sulla rappresentanza in Parlamento. I nomi che girano per il posto di Delrio sono quelli di Debora Serracchiani, Marianna Madia, Alessia Rota e Anna Ascani. Per sostituire Marcucci, invece, qualora dovesse cedere anche lui, si parla di Valeria Fedeli, Roberta Pinotti e Caterina Bini. Ma per Letta la sostituzione non è una bocciatura: «Graziano Delrio e Andrea Marcucci sono tra le figure di maggior rilievo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli». Dichiarazioni che, in nome della parità di genere, sembrano anche indirizzate a mettere in atto una manovra politica. Infatti, i due capigruppo erano stati tra gli uomini più vicini a Matteo Renzi durante il suo periodo da segretario del Pd.

Concessione e ostruzione – Se Delrio condivide la «necessità che il Pd sia all’avanguardia nella parità di genere», Marcucci sembra intenzionato a fare muro. «Sono pronto a combattere», avrebbe detto il capogruppo al Senato uscente ai suoi, secondo il quotidiano La Stampa. Il senatore sta valutando la possibilità di andare alla conta del voto segreto, forte del sostegno della maggioranza dei senatori democratici. Ma il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, a capo della corrente di Base Riformista cui appartiene anche Marcucci, starebbe cercando di trovare un accordo con Letta per ricucire lo strappo.

Le reazioni – «Graziano Delrio, con un gesto di grande coerenza, ha deciso di farsi da parte. Spero che il senatore Marcucci decida di fare lo stesso e di lasciare il posto a una senatrice, così da permetterci di dimostrare che facciamo quello che diciamo di fare», ha commentato Lia Quartapelle, parlamentare del Pd, ad Agorà. Anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando si è detto d’accordo con le frasi di Letta, anche se ha ribadito l’autonomia dei gruppi: «Letta ha fatto bene a porre la questione. È una valutazione che dovranno fare i gruppi». In subbuglio, invece, gli ex renziani: «Questo è uno schiaffo alla nostra autonomia», avrebbero commentato nelle chat di corrente secondo Il Corriere della Sera.

L’iniziativa – Intanto Orlando si è assunto un impegno sulle pari opportunità. Lo ha fatto durante un webinar sull’occupazione femminile con alcuni dei principali esponenti dell’esecutivo Draghi e con le organizzazioni del “Manifesto delle donne per la salvezza/half of it”. Il ministro del Lavoro ha annunciato la creazione di piattaforme anonime con il compito di denunciare chi fa domande sulla vita personale al momento dell’assunzione, in violazione dell’articolo 27 del codice delle Pari opportunità.