Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini. Suo l'annuncio della prossima direzione di partito per lunedì 8 giugno.

Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini. Suo l’annuncio della prossima direzione di partito per lunedì 8 giugno.

L’appuntamento è per lunedì 8 giugno alle 21 in Largo del Nazareno. Per quella data è fissata la resa dei conti nel Partito Democratico. A darne conferma, ai cronisti appostati in Transatlantico alla Camera, il presidente dei dem Matteo Orfini. All’ordine del giorno la discussione sull’esito delle elezioni regionali e comunali. La tornata elettorale di domenica 31 maggio ha consegnato al Pd 5 delle 7 regioni al voto. Una “vittoria a metà” che – dicono in molti – non sarà sufficiente a evitare la resa dei conti all’interno del partito.

La perdita della Liguria (dove ha vinto l’ex portavoce di Forza Italia Giovanni Toti) la sconfitta in Veneto e la vittoria di misura in Campania e Umbria sono solo alcuni dei problemi da discutere in direzione. Il segretario Renzi prenderà la parola per primo per la sua relazione. E sarà la prima uscita pubblica dopo il voto. La prima occasione ufficiale per commentare la performance del partito. Il giorno successivo alle elezioni, infatti, il segretario Renzi era volato in Afghanistan per fare visita al contingente italiano in occasione della festa del 2 giugno. Un modo per evitare i giornalisti e far calare il silenzio sul verdetto delle urne.

I retroscena raccontano di un Matteo Renzi infuriato e deciso a rispolverare la retorica della rottamazione. Dentro e fuori il Pd. «Chi non condivide la nostra linea è fuori», avrebbe detto Renzi ai suoi, annunciando che in direzione ribadirà che l’esito delle regionali non interrompe l’attività del governo. «Io andrò avanti, più deciso di prima. È finita 5 a 2, per me va bene», avrebbe commentato il premier. Se la vittoria aritmetica, dunque, non avrà riflessi sull’esecutivo, altrettanto non si può dire per la vita del partito. Secondo voci interne al Pd, per molti l’unico responsabile della debacle del partito sarebbe l’attuale vice segretario Lorenzo Guerini. Al suo posto dovrebbe arrivare l’attuale ministro delle riforme Maria Elena Boschi.

La presidente della Commissione Antimafia Rosy Binsi (foto Ansa)

La presidente della Commissione Antimafia Rosy Binsi (foto Ansa)

Un giro di poltrone, un cambio di ruoli con cui Matteo Renzi vorrebbe rafforzare il controllo del partito. Anche se la maggiore offensiva è arrivata dal Parlamento. Dove venerdì 29 maggio, a 48 ore dal voto, il presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi ha convocato una conferenza stampa per comunicare la lista degli impresentabili. Tra i quattro del PD anche Vincenzo De Luca, il candidato dem in corsa per la presidenza della Campania. Uscito vincitore dalla competizione contro il forzista Stefano Caldoro. E pronto a querelare proprio Rosy Bindi, rea di averlo diffamato proprio per averlo inserito tra gli impresentabili. Lei, però, non ha risposto alle accuse dell’ex sindaco di Salerno e attende «le scuse degli esponenti del partito» che, nei giorni scorsi, l’hanno attaccata per i tempi e le modalità scelte per compilare la lista degli impresentabili. Le scuse – con tutta probabilità- non arriveranno. E ciò rischia di alimentare la faida interna e ulteriori fuoriuscite dopo quella di Pippo Civati. Quest’ultimo già pronto a lanciare il suo movimento “Possibile”.

Carmela Adinolfi