Continua il percorso del Partito Democratico verso la parità di genere. Dopo Graziano Delrio, ex capogruppo del Pd alla Camera, anche Andrea Marcucci lascia il suo ruolo di capogruppo in Senato. A prendere il suo posto è Simona Malpezzi, ex renziana dallo “spirito gipsy” ed esponente di Base Riformista. Un passaggio di testimone avvenuto però in un clima di polemiche: «Il metodo non mi piace, non la considero una soluzione», ha detto Marcucci.

«Buon lavoro Simona! Grazie ad Andrea» – «Simona Malpezzi è appena stata eletta capogruppo dei senatori Pd. Buon lavoro Simona! Grazie ad Andrea (Marcucci) e a tutte le senatrici e i senatori del Pd. Al lavoro al servizio dell’Italia», ha commentato Enrico Letta su Twitter dopo l’elezione all’unanimità per alzata di mano della nuova capogruppo al Senato. Eletti con le stesse modalità anche Alan Ferrari, vicepresidente vicario, Caterina Biti e Franco Mirabelli vicepresidenti, Stefano Collina tesoriere, Vincenzo D’Arienzo e Monica Cirinnà segretari. «Buon lavoro alla nuova presidente Simona Malpezzi e al suo vicepresidente Vicario Alan Ferrari», scrive invece il capogruppo uscente Andrea Marcucci poco dopo le sue dimissioni.

Una donna, sì, ma non una qualunque – Una donna, sì, ma non una qualunque. Queste le condizioni di Marcucci per fare il passo indietro richiesto da Enrico Letta: «Chiedo la candidatura di Simona Malpezzi. Perché è una donna, certo, ma soprattutto perché è capace, ha maturato le esperienze necessarie per condurre adeguatamente un gruppo centrale per la politica italiana. Non sono d’accordo con chi sostiene che in quel posto ci debba andare una donna chiunque sia. Abbiamo bisogno di qualità, di donne e di uomini capaci».

La polemica – La svolta si fa, per il bene del partito, ma la discussione al Senato è stata più lunga e complicata che alla Camera. Marcucci, nonostante abbia accettato di lasciare l’incarico, non condivide né la scelta né il metodo utilizzato: «Credo che sia sbagliato derubricare la questione di genere e di risolverla chiedendo ai due capigruppo di Camera e Senato di farsi da parte – commenta l’ex capogruppo – Bisogna andare in profondità nella formazione della classe dirigente. Il metodo non mi piace e non lo considero una soluzione. Detto questo credo si debba avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e fare dei gesti concreti. Anche perché non tutti, nella storia recente, recentissima, del Pd, hanno avuto la coerenza e la determinazione di dare l’esempio».

Chi è Simona Malpezzi – Milanese di Cernusco sul Naviglio, ma cresciuta nel piccolo paese di Pioltello, Malpezzi, 48 anni, coltiva la passione per la politica insieme a quella dell’insegnamento. Dal 1997 è docente di scuola superiore, attività a cui affianca quella di organizzazione di esperienze all’estero, ai temi della lotta alla dispersione scolastica, dell’alternanza scuola lavoro e dell’orientamento. Il suo impegno attivo in politica inizia nel 2009, prima nella segreteria cittadina di Pioltello e poi nel consiglio comunale dello stesso paese, ma la svolta arriva nel 2013. È Matteo Renzi, a cui rimarrà fedelissima per tutta la legislatura scorsa, a volerla in Parlamento. Dopo la nascita di Italia Viva però Malpezzi rimane nel Pd di Zingaretti aderendo alla corrente di Base riformista. Ultimo traguardo il ritorno a Palazzo Madama, dove era stata vice dello stesso Marcucci.