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«Abbiamo cercato di corrispondere a ciò che la sentenza della Corte ci ha chiesto e dall’altra parte alla tenuta della finanza pubblica e alla necessità di equità». Con poche parole Giuliano Poletti prova a spiegare la linea scelta dal Governo per il bonus ai pensionati. Arriva a Milano alla fiera del packaging Ipack-Ima e subito il ministro del Lavoro ritorna sulla questione aperta dalla sentenza della Consulta, all’indomani dell’approvazione del decreto leggo che stabilisce un rimborso una tantum a chi percepisce una pensione inferiore ai 3.200 euro. Il bonus Poletti, com’è stato ribattezzato, sarà versato nelle casse dei contribuenti il primo agosto 2015. La spesa totale per l’operazione è di 2,1 miliardi di euro, prelevati dal tesoretto di Stato.

L’Esecutivo si avvia a chiudere così la questione aperta dalla Corte Costituzionale, che con la sentenza del 30 aprile, ha giudicato incostituzionale il congelamento dell’indicizzazione voluto dal decreto “Salva Italia” del Governo Monti. In pratica, nel biennio 2012-2013, per affrontare il dissesto delle casse pubbliche, sono stati bloccati gli adeguamenti delle pensioni al costo della vita. E c’è chi calcola una mancata contribuzione di 18 miliardi. Una manovra considerata allora “necessaria” in tempo di crisi, ma ritenuta ora illegale. Con questo decreto il Governo, chiamato a restituire il denaro ai pensionati, ha provato una mediazione tra la necessità di rimborsare i cittadini, che si son visti sottrarre migliaia di euro (da 1.600 a 3.700 in base alle fasce pensionistiche) e l’obbligo di difendere l’equilibrio delle casse dello Stato.

Così, dopo due settimane di polemiche, analisi e tensioni, il risultato è il “bonus Poletti”: ai pensionati che recepiscono fino a 3.200 euro lordi al mese, il primo agosto verranno versati dei rimborsi che vanno dai 270 euro, per gli assegni più alti, ai 750 euro, per quelli più bassi. Per fare un esempio: chi prende 1.700 euro di pensione, riceverà un bonus da 750; per chi già ne riceve 2.200, il bonus sarà invece di 450; e così di seguito, in proporzione, fino alla soglia massima di 3.200. Con questi parametri verranno rimborsati 3,7 milioni di pensionati, mentre 670.000, i più ricchi, resteranno fuori.

I sindacati parlano di risposta «parziale» (Spi.-Cgil) e «inadeguata» (Cisl) e sono dure anche le reazioni dal mondo politico. Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) etichetta il decreto come «un’operazione di marketing comunicativo vergognosa, a  pochi giorni dalle elezioni regionali», mentre Matteo Salvini (Lega) afferma che «Renzi sta perdendo colpi, regalando 500 euro a qualcuno e penalizzando altri».

Gabriele Nicolussi