Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni

Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni

«La sanità deve restare al Pdl». All’indomani del voto che ha consegnato a Roberto Maroni la guida della regione Lombardia, il presidente uscente Roberto Formigoni entra a gamba tesa nella discussione sulla formazione della giunta. E chiede per il Pdl la presidenza del Consiglio Regionale e l’assessorato da lui stesso definito «più importante» (e da anni prerogativa di Comunione e Liberazione): quello alla Sanità.

«Mi aspetto che Maroni porti avanti il programma che ho scritto e che abbiamo poi concordato – ha dichiarato Formigoni -. Io non volevo Roberto Maroni alla guida della regione Lombardia per una questione di equilibrio. La Lega aveva già Piemonte e Veneto». Ma lo scontro sul nome di Mario Melazzini, l’assessore regionale alla Sanità ciellino vicino a Roberto Formigoni, si è esteso anche all’interno del Pdl stesso. A porre un veto su di lui sarebbe stato Silvio Berlusconi, che vorrebbe un segnale di «discontinuità e rottura con il passato».

Giovedì pomeriggio è previsto un incontro interno fra gli eletti nella sede del Carroccio di via Bellerio ed entro il fine settimana il primo vertice con il Pdl. Venerdì, dopo un giorno di riposo, cominceranno le trattative per la composizione della giunta regionale. A essere messi in discussione non saranno solo gli assessorati ma anche gli altri posti chiave attualmente occupati da uomini vicini a Formigoni.

Ma quello con il Pdl non è l’unico fronte aperto per Roberto Maroni e per la Lega. Ora che la “macroregione del Nord” sembra a portata di mano, i vertici lombardi della Lega dovranno fare i conti con i veneti. Il candidato alla segreteria della Lega potrebbe essere il sindaco di Verona Flavio Tosi, e sarebbe la prima volta di un non lombardo alla segreteria del Carroccio. Una possibile risposta ai mal di pancia della Liga veneta per gli scandali giudiziari che hanno travolto la Lega negli ultimi mesi.

Andrea Tornago