«Il mio obiettivo è essere la prima premier donna in Italia». Come si può capire da questa dichiarazione al Messaggero, le idee di Giorgia Meloni sono chiare ma le sue prospettive assai più incerte. La presidente di Fratelli d’Italia non ha mai fatto mistero di puntare a Palazzo Chigi, senza accontentari di altre soluzioni, per esempio un posto di ministra in un possibile governo Tajani: «Voglio portare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Ci crede il Guardian in questa possibilità, a maggior ragione dovrebbe crederci la stampa italiana». A non credere, invece, in un Palazzo Chigi colorato in rosa sono in molti, sia all’interno degli schieramenti politici, sia fuori. Per esempio, secondo Mediapart,  il sito d’informazione francese diretto da Edwey Plenel, dopo le elezioni del 4 marzo dai partiti principali non uscirà nessun Primo Ministro donna. E questo rischia, si legge nell’articolo firmato dalla corrispondente Amelie Poinssot, di confermare la situazione del parlamento uscente: poche donne, nessuna in un posto chiave, e nessuna parità di genere.

Una leader di compromesso – «Si è distanziata dalla sfida machista tra Berlusconi e Salvini e li ha accusati entrambi di comportarsi in modo infantile», ha scritto il Guardian. Il quotidiano britannico ha dedicato a Giorgia Meloni un articolo, definendola come il «volto gentile dell’estrema destra italiana». Non solo. Si è spinto oltre affermando che non sarebbe affatto impossibile, in caso di vittoria del centro-destra, vederla diventare presidente del Consiglio. Insomma, sostiene ii giornale, una premiership di compromesso, capace di risolvere, superandolo, lo scontro tra Berlusconi e Salvini, potrebbe essere l’obiettivo della candidata.

Non Premier ma ministro – «Io premier candidata da Silvio Berlusconi? Siamo passati dai retroscena giornalistici alla pura fantascienza. Non ne so nulla, né ho voglia di partecipare a questo gioco». Emma Bonino, intervistata da Massimo Giannini nel programma radiofonico Circo Massimo su Radio Capital, non ha lasciato spazio a dubbi, smentendo la possibilità che fosse lei la candidata che il leader di Forza Italia aveva in mente. A differenza di Giorgia Meloni, durante la campagna elettorale, Bonino non ha rivendicato la sua possibile candidatura a Palazzo Chigi. E non ha puntato sulla carta di essere la prima donna a diventare Premier. Una strategia giocabile, visto il passato politico nelle battaglie per i diritti civili e le questioni di genere, in particolare per la Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Donna e precaria – Di riferimenti alle donne è piena la campagna elettorale di Viola Carofalo, la rappresentante di Potere al Popolo!, nato dagli attivisti del centro sociale napoletano ex Opg Je so pazz. Insegnante di filosofia, 37 anni e precaria, Carofalo è la candidata premier del neonato movimento. Tuttavia, anche se sostenuto da Rifondazione Comunista, sindacati e Pcd’I, è difficile che riesca a superare la soglia di sbarramento del 3% per l’ingresso in Parlamento.