Tensioni e critiche contro Matteo Renzi, ripreso domenica 28 marzo nel paddock del Gran Premio di Formula 1 in Bahrain. Il senatore toscano era in compagnia del presidente della Federazione internazionale dell’automobile Jean Todt e del principe ereditario e primo ministro Salman ben Hamad Al Khalifa. In molti sui social l’hanno attaccato, soprattutto accostando i divieti anti-Covid in vigore in Italia al viaggio all’estero del leader di Italia viva. L’ex presidente del Consiglio ha fatto sapere che «è abituato alle polemiche contro di lui ma che ha come sempre rispettato tutte le norme e martedì sarà in aula a fare il suo lavoro per intervenire sul Family Act». Il suo ufficio stampa precisa anche che «i suoi viaggi non costano un centesimo al contribuente». Secondo Il Fatto Quotidiano, potrebbe aver avuto un ruolo nel viaggio l’amico imprenditore Paolo Campinoti, proprietario del team Pramac Ducati di Motogp. Campinoti ha infatti sventolato la bandiera a scacchi alla fine della gara.

La segretaria positiva al Covid – Come riporta Repubblica, le polemiche sono nate anche perché la sua segretaria era risultata positiva al Covid. Tuttavia, la regola dell’isolamento fiduciario non varrebbe per i senatori. A riportarlo è una lettera di chiarimenti al Parlamento del 27 ottobre 2020 firmata dal direttore generale del ministero della Sanità Giovanni Rezza e pubblicata da La Stampa il 12 marzo. I parlamentari godono così di una deroga, essendo equiparati ai diplomatici.

Letta: no comment – Le polemiche arrivano anche dai partiti progressisti. Nicola Fratoianni (segretario di Sinistra Italiana) ha sottolineato: «La pandemia c’è per tutti, tranne che per Renzi che continua ad andare dove gli pare senza giustificarsi pubblicamente». Anche il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli ha evidenziato: «Abbiamo la popolazione italiana che vive da mesi un duro lockdown, sono vietati gli spostamenti tra regioni e in alcuni casi anche tra i comuni, e Renzi invece di dare l’esempio prende l’aereo per andare a vedere il Gran Premio di Formula 1». No comment da parte del segretario del Partito Democratico Enrico Letta: «leri mi sono guardato il Gran Premio di Formula Uno e quello delle moto: ma siamo in Quaresima e ho fatto un fioretto: non farmi trascinare in provocazioni», ha spiegato a Forrest su Rai Radio1.

I viaggi precedenti – Non si tratta del primo viaggio di Matteo Renzi nella penisola arabica. A gennaio, aveva partecipato nella capitale dell’Arabia Saudita Riyad alla conferenza organizzata dal Future Investment Initiative Institute (Istituto per l’intraprendenza e l’investimento nel futuro). Il senatore è infatti membro del board di questa fondazione no-profit controllata dal fondo sovrano saudita. Secondo quanto scrive Repubblica, guadagnerebbe per questo 80 mila euro l’anno. Renzi aveva intervistato il principe Mohammad bin Salman dichiarando: «L’Arabia Saudita può diventare il luogo di un nuovo Rinascimento». Un mese dopo, l’amministrazione di Joe Biden ha diffuso un rapporto della Cia secondo cui l’assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi a Istanbul nel 2018 era stato autorizzato dal principe. Il 24 marzo il senatore ha replicato alle domande dei giornalisti: «Non ci sono certezze sul fatto che il principe sia stato il mandante dell’omicidio». Renzi ha anche sottolineato: «L’amministrazione Biden non lo ha sanzionato e, se permettete, mi fido più di Biden che di voi».

Dubai e il Senegal – Secondo La Stampa, il senatore sarebbe andato anche a Dubai il 7 marzo . La settimana scorsa è invece volato a Dakar, capitale del Senegal. Un altro Paese dove la democrazia non è solida: ad inizio marzo ci sono state forti proteste innescate dall’arresto (con l’accusa di stupro) di Ousmane Sonko, il leader dell’opposizione, al presidente Macky Sall. Secondo quanto scrive Repubblica citando fonti di stampa, proprio il presidente Sall sarebbe stato messo in contatto con un’azienda lombarda grazie alla mediazione di Renzi.