A quasi tre mesi esatti dal crollo del Ponte Morandi, il decreto Emergenze, meglio noto come Decreto Genova (con al suo interno la contestata sanatoria per Ischia), è diventato legge. Il Senato lo ha approvato alle ore 10:50 del 15 novembre con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astenuti. Il testo era passato già alla Camera dei deputati il 1 novembre. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha manifestato il suo entusiasmo in aula: “Chi oggi ha gioito l’ha fatto per i cittadini di Genova e per le 266 famiglie che hanno perso casa e che da domani avranno soldi stanziati per comprare finalmente una nuova abitazione”. Queste le sue dichiarazioni al termine di una votazione molto concitata, in cui alcuni esponenti delle opposizioni, Forza Italia (FI) e Partito Democratico (PD), lo hanno attaccato per l’uso del cellulare durante la seduta e per un pugno di giubilo esibito alla lettura del risultato finale.
Il decreto – La nuova legge per il capoluogo ligure prevede l’istituzione della figura di un commissario straordinario, già individuato nel sindaco Marco Bucci, che avrà il compito di assegnare la ricostruzione del ponte, tramite regolari gare d’appalto secondo le regole in materia dell’Unione Europea, a operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione diretta o indiretta in concessionarie di strade a pedaggio o che non siano da esse controllate o collegate. Altre misure consistono nello stanziamento di una garanzia statale di 360 milioni di euro per il rapido avvio dei lavori, agevolazioni fiscali per le imprese del luogo penalizzate dalla situazione viaria e un finanziamento per le famiglie che hanno subito danni materiali alle loro abitazioni e sono state costrette allo sgombero della zona. La società Autostrade dunque, seppur ancora concessionaria del tratto incriminato, è invece esclusa dall’opera di ricostruzione, limitata a una quota risarcitoria da devolvere entro 30 giorni dalla richiesta del commissario per la riparazione dei danni.
Il condono pro Ischia – All’interno del testo ha fatto molto discutere l’inserimento, nell’articolo 25, di una norma riguardante la ricostruzione delle case colpite dal terremoto del 2017 nell’isola di Ischia. L’articolo prevede l’allargamento delle maglie degli edifici che possono accedere ai fondi predisposti per i lavori, coinvolgendo anche quelli costruiti in zone a rischio sismico, idrogeologico o con vincolo paesaggistico. Una sorta di condono edilizio che aveva suscitato una netta crisi anche in seno alla maggioranza. Martedì, in commissione, era stato votato un emendamento di FI che restringeva i vincoli di accesso ai fondi. Decisivo era stato l’appoggio del senatore del Movimento 5 Stelle (M5S) De Falco e l’astensione della senatrice Paola Nugnes, ringraziati pubblicamente dalla collega Elena Fattori, che aveva accusato i vertici del M5S di terrorismo psicologico. La fronda dissidente, nata già per l’opposizione al decreto Sicurezza di Salvini, è stata però aggirata ieri in aula. Gli emendamenti sono stati annullati con 200 voti favorevoli, compresi quelli di alcuni senatori di Forza Italia, vero ago della bilancia.
Le reazioni dell’opposizione – Tra i parlamentari di FI che hanno portato il loro aiuto alla maggioranza c’è anche Luigi Cesaro, in passato accusato da Luigi Di Maio, leader grillino, di essere l’autista del boss camorrista Cutolo. La protesta è già forte sul web, ma anche l’ex premier del Pd Matteo Renzi si è fatto sentire, accusando i pentastellati di aver “infilato le norme per il condono edilizio, votato insieme alla vecchia politica che dicevano di voler combattere”. In aula ha inoltre dichiarato il voto contrario del suo partito per il fango gettato dalla maggioranza per i presunti finanziamenti ricevuti in passato dalla società proprietaria di Autostrade. Forza Italia si è astenuta per “amore della città”, mentre Fratelli d’Italia ha votato in favore per “sostegno ai genovesi”.