Galeotto fu il wi fi assente. Era il 5 marzo 2020 quando Alberto Giovanni Gerli, 40enne ingegnere padovano con la passione per il bridge, decise di ingannare il tempo dedicandosi allo studio dei dati Covid. Colpa dell’assenza del segnale internet e dell’indisponibilità di Netflix: «Era una notte fredda e buia», ricorda Gerli. Vi fosse stata anche tempesta, sarebbe stato un incipit perfetto per un fumetto di Charlie Brown. Si presentò all’Italia così, con un video pubblicato nel canale youtube “Data & Tonic”. Alle prime luci dell’alba aveva già elaborato le basi del suo modello di matematica predittiva, in base al quale, a suo dire, sarebbe stato in grado di intuire in anticipo l’andamento del contagio da coronavirus in Italia. In base ai suoi calcoli qualunque forma di lockdown sarebbe stata completamente inutile perchè la curva dell’epidemia avrebbe cominciato ad appiattirsi spontaneamente.  Ora, un anno e centomila morti dopo, il 40enne padovano, specializzato in sistemi di illuminazione, è entrato a fare parte del nuovo Comitato tecnico scientifico presieduto da Franco Locatelli, al cui tavolo è previsto che sieda l’élite della comunità scientifica italiana. Gerli è diventato molto apprezzato dal fronte aperturista, che in lui vede un controcanto al “catastrofismo” del vecchio Cts e del fu governo Conte. Il suo curriculum non reca esperienze in materia di virus o epidemie. «D’altronde non sono un epidemiologo, ma un esperto di numeri», dichiarava in favore di telecamera, facendo sfoggio della sua abilità di calcolo a mente: «33 per 82? 2704!». Le tabelline però non gli vennero in soccorso: il risultato della moltiplicazione è 2706. Bene, ma non benissimo.

Previsioni e realtà – Nei primi giorni di marzo del 2020 Gerli ha registrato tramite la sua impresa, la “Tourbillon Tech srl”, un sito chiamato “predictcovid-19”. Riteneva di essere in grado di immaginare l’andamento della pandemia pur con pochissime basi di partenza. «Il lockdown non serve a nulla», dichiarò poco dopo l’inizio della prima zona rossa in Lombardia. Gerli sosteneva che l’ondata di coronavirus sarebbe durata 40 giorni e che il suo andamento sarebbe dipeso solo da ciò che sarebbe accaduto dopo i primi 17. Passati quelli – sosteneva – qualsiasi fossero le misure messe in campo, l’epidemia avrebbe fatto il suo corso. In pochi hanno capito esattamente il significato di quei 17 giorni. La previsione sul lockdown è soltanto una delle tantissime che ha sbagliato: a fine gennaio sosteneva che nel giro di due mesi in Lombardia i positivi sarebbero passati da 1.700 al giorno a 350, (a metà marzo i casi sono 4.700), il primo febbraio ipotizzava il Veneto in zona bianca. Ora il Veneto è in zona rossa.

Celebrità – Dolcevita, giacca di tweed, generosa pochette. Questa la tenuta preferita per le dirette dal suo canale youtube, teatro di elezione dei suoi monologhi. La sua parabola comincia con l’offerta di aiuto alla sorella Giancarla, genetista medica alla Statale di Milano, per creare un modello matematico da pubblicare su un’imprecisata rivista scientifica. Ad aprile 2020 Gerli inizia a promuovere le sue idee sui social network: invia tweet autocelebrativi al premier Giuseppe Conte, al governatore del Veneto Luca Zaia, al governatore di New York Andrew Cuomo, e financo alla coppia Fedez- Chiara Ferragni, senza ottenere risposta. Una volta abbassato il tiro, il suo nome cominciò a circolare soprattutto su Instagram e Youtube, e il 19 aprile l’ingegnere annunciò la pubblicazione del proprio modello.

Consensi crescenti – Pur puntualmente smentite dai fatti, le previsioni di Gerli iniziarono a fare proseliti all’interno di quella parte della comunità scientifica restia a considerare con favore la linea del rigore imposta da Palazzo Chigi nella lotta al virus. Presenza costante sui quotidiani e sulle emittenti locali lombarde, Gerli è entrato nel corso dei mesi nell’orbita del centrodestra: secondo indiscrezioni la sua nomina nel nuovo Cts sarebbe giunta a seguito di una richiesta da parte di Matteo Salvini, con il leader leghista desideroso di “riequilibrare” il comitato (i cui membri sono stati nel frattempo dimezzati) inserendovi al suo interno figure più favorevoli alle idee aperturiste, come il presidente Aifa Giorgio Palù. Nel frattempo il ricercatore dell’Ispi Matteo Villa ha elencato su Twitter tutte le falle del modello Gerli che, come afferma il professore di Economia della Sapienza Fabio Sabatini, «è intriso di fallacie logiche e giunge a conclusioni inaffidabili e fuorvianti». Gerli ora difende la bontà del suo lavoro e minimizza gli errori, a suo dire da imputarsi a fattori imponderabili come la comparsa delle varianti. Ha ammesso però di essere rimasto sorpreso dalla sua nomina. Quella no, non l’aveva prevista.