«Saremo al fianco del governo, pronti per un nuovo inizio, ma senza rivincite». Matteo Renzi è di nuovo segretario del Partito Democratico dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre e le sue dimissioni. Messe da parte le recenti difficoltà, l’ex premier è pronto a sostenere (e dettare) la linea politica al Governo Gentiloni, allontanando lo spettro elezioni, e a scrivere l’agenda delle prossime settimane. «Ora pensiamo alle grandi sfide del Paese, non ho voglia di sollevare polemiche», ha detto per rispondere a Grillo, intervistato a #CartaBianca. «Non mi pare che le sue primarie a Genova siano venute benissimo. È assurdo che chi non le fa critichi gli altri».
Una vittoria netta di Renzi in quelle del Pd, circa il 70% di quasi due milioni di elettori, nonostante gli avversari Andrea Orlando e Michele Emiliano gli contestino ancora i dati ufficiali. Un esito scontato dopo l’addio al partito della minoranza che lo criticava di più, quella di D’Alema, Speranza e Bersani. Un abbandono che ha favorito la corrente renziana, ora pronta a guidare i democratici verso i prossimi appuntamenti.
Per il deputato Pd Michele Anzaldi, volto della comunicazione renziana, inizia per il governo un periodo di nuovo attivismo: «Gentiloni si deve sentire rincuorato e pungolato al tempo stesso dalla vittoria di Renzi. Dopo il limbo di queste settimane è ora tempo per un nuovo attivismo. Ci sono risposte che gli italiani non possono attendere».
Sul tavolo del nuovo segretario ci sono emergenze a cui provvedere, come Alitalia, e questioni inderogabili per gli scenari futuri. Si avvicinano le prossime elezioni, le amministrative a giugno, poi le nazionali, in autunno o al termine della legislatura. Per le ultime, la legge elettorale è una delle priorità richieste dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sulla quale il Pd dovrà fare chiarezza in merito alle idee del partito e alle possibili alleanze.
Alitalia, Moretti commissario? – È il dossier economico più scottante al quale pensare. Renzi aveva detto che da segretario avrebbe proposto una soluzione «senza buttare soldi pubblici». Un tema, quello di Alitalia, che divide lo stesso Governo Gentiloni. Per Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, il fallimento «sarebbe uno choc», mentre Pier Carlo Padoan, titolare del dicastero dell’Economia, ha già predisposto il prestito ponte del governo da 500 milioni. Nella mattina del 2 maggio gli azionisti hanno dato il via libera al commissariamento. Per la figura di commissario i nomi attesi sono quelli di Luigi Gubitosi e Enrico Laghi, anche se salgono le quotazioni di Mauro Moretti, ex Ferrovie dello Stato e Finmeccanica, vicino a Matteo Renzi. Con la vittoria alle primarie potrebbe essere lui il favorito con la prospettiva di un piano di salvataggio da presentare entro il 15 maggio.
Legge elettorale: rilancio del maggioritario? – Ora la tentazione è quella di andare subito alle urne, ma Mattarella ha chiesto con forza di modificare le attuali leggi elettorali. In parlamento ci sono l’Italicum, senza ballottaggio alla Camera, e il Consultellum (proporzionale) in Senato. Domenica 7 maggio ci sarà l’assemblea nazionale del Pd per annunciare il nuovo segretario. In questa occasione Renzi potrebbe rilanciare una proposta a tutti i partiti che preveda un sistema maggioritario che assicuri la governabilità. Oppure potrebbe scegliere di tendere una mano alla proposta del M5S, con l’abbassamento della soglia per il premio di maggioranza al partito più votato: i dem però non sembrano fidarsi e vorrebbero evitare una semplice armonizzazione delle due leggi.
Alleanze: tra Pisapia e Berlusconi– Dopo l’invito agli avversari interni Orlando ed Emiliano a non fare i franchi tiratori, Renzi è propenso a una direzione più collegiale del Pd e guarda alle future alleanze. Rispetto alla minoranza di D’Alema e Bersani, «che ha già logorato il partito», il segretario guarda con interesse alla sponda di Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano che il 14 febbraio ha rilanciato la sinistra con Campo Progressista. Tutto però dipenderà dal sistema elettorale. Come detto, Renzi preferisce il maggioritario, ma in caso di permanenza del proporzionale le alleanze in parlamento favorirebbero le larghe intese con Silvio Berlusconi: Forza Italia è tentata dal proporzionale, ma smentisce ogni possibile riavvicinamento al Pd.
Europa- A Bruxelles era terminata la campagna congressuale renziana. Da qui il nuovo segretario riprenderà la sua battaglia per la flessibilità sui bilanci e la possibilità di realizzare un piano di cinque anni che abbassi le tasse dei cittadini. All’operazione di abbattimento del debito si aggiungono alcune già note sfide sul tavolo, fra emergenza migranti e manovre finanziarie. Renzi non ha perso la verve contro l’austerity, di fronte agli altri 26 Paesi membri impegnati in una difficile trattativa con il Regno Unito dopo la Brexit: «Toglieremo l’Italia dalla palude», ha detto l’ex premier, con la stessa la certezza del primo discorso dopo il ritorno alla guida della segreteria Pd.