Il Tesoro ha ceduto il 5,7% del capitale della società per 2,2 miliardi di euro

Ora la partecipazione dello Stato in Enel è scesa dal 31 al 25 percento

Più di due miliardi direttamente nelle casse dello Stato. Procede il piano di privatizzazioni del governo Renzi. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato nella mattina del 26 febbraio, poco prima dell’apertura dei mercati, la cessione di 540 milioni di azioni di Enel, equivalenti a circa il 5,7 percento del capitale della società. La quota detenuta dallo Stato scende così dal 31,2 al 25,5 percento.

Continua così la progressiva cessione delle quote pubbliche della principale distributrice di energia elettrica e gas in Italia, avviata nel 1999 e proseguita negli anni tra il 2003 e il 2005. Con la nuova tranche di collocamento dei titoli la quota di controllo pubblica scende sotto il 30 percento, la soglia oltre la quale è obbligatorio lanciare una offerta pubblica di acquisto dell’intera società. Secondo gli esperti, l’operazione renderà l’Enel più contendibile sul mercato azionario. Il Tesoro resterà comunque alla guida della società. Fredda la reazione della borsa: dopo l’annuncio il titolo dell’Enel ha fatto registrare una flessione dell’1,9 percento.

Il collocamento dei titoli è un’altra tappa del processo di privatizzazioni già nell’agenda del governo Letta e proseguita dal successore Matteo Renzi. A maggio 2014 Ansaldo Energia ha ceduto il 40% del proprio capitale (controllato dalla partecipata Finmeccanica) a Shanghai Electric. Nel luglio 2014 era stata la volta di Cdp Reti, società di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti che fa da contenitore a Terna e Snam, operatori che regolano rispettivamente la trasmissione di energia elettrica e gas. Venduto il 35 percento a State Grid of China. Ma c’è stata anche RaiWay. La società che possiede la rete di diffusione del segnale radiotelevisivo della Rai si è quotata in Borsa per il 30% del capitale lo scorso novembre e ha ricevuto un’offerta pubblica di acquisto da Ei Towers, azienda interamente detenuta da Mediaset.

I prossimi appuntamenti in agenda prevedono le quotazioni di Poste e Ferrovie. Pochi giorni fa il Tesoro ha confermato l’intenzione di cedere parte del capitale delle due società entro il 2015, «purché le condizioni dei mercati consentano di realizzare valori adeguati», come ha precisato il ministro Padoan. Proprio questa settimana è prevista una riunione al ministero dell’Economia, in particolare sulla questione Poste. Si attendono novità anche sul fronte Ferrovie dello Stato: a inizio febbraio il ministero ha scelto Merrill Lynch come consulente per il processo di cessione delle quote statali. Per quanto riguarda l’Eni, ci sarà da attendere: la perdita del valore in Borsa, complice il crollo del prezzo del petrolio, invita ad attendere tempi migliori.

Matteo Furcas