L’intervento del Presidente della Cassazione Giovanni Canzio all’apertura dell’anno giudiziario (foto ANSA)

La minaccia del terrorismo internazionale, la piaga della corruzione, i tempi biblici dei processi e le troppe fughe di notizia. Queste le sfide chiave per il sistema giudiziario italiano sottolineate dal primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. La prima di sempre disertata dall’Associazione Nazionale dei Magistrati, in aperta polemica con il governo per le promesse disattese sulle regole di pensionamento e trasferimento dei magistrati.

MAGISTRATI VS GOVERNO – Non è piaciuta al vicepresidente del Csm il plateale gesto di protesta dell’Anm, che ha annunciato una conferenza stampa in seguito alla cerimonia per dar conto dell’assenza di suoi rappresentanti. Pur riconoscendo che l’innovazione del sistema giudiziario deve avvenire “tramite la collaborazione di tutte le parti”, Legnini non ha lesinato critiche all’organo di rappresentanza della magistratura, sottolineando la necessità di un approccio costruttivo da pare di tutti gli attori coinvolti. Chiaro il riferimento all’Anm, poi, quando Legnini ha lamentato le “questioni e recriminazioni” che rischiano di mettere in ombra il complesso lavoro di rinnovamento degli organi giudiziari che meriterebbe maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica. Parole condivise con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che presiede di diritto anche il Csm, in prima fila alla cerimonia a fianco del suo predecessore, Giorgio Napolitano, e delle altre massime autorità dello Stato, dal premier Gentiloni ai Presidenti delle due Camere Piero Grasso e Laura Boldrini.

GIUSTIZIA INGIUSTA – Una giustizia che arriva tardi è per definizione una giustizia ingiusta – ha lamentato poi Legnini, tornando a denunciare l’intollerabile lunghezza dei processi italiani, una caratteristica che mina le fondamenta stesse della credibilità del sistema giudiziario, secondo l’ex sottosegretario di origine abruzzese. Una “battaglia di civiltà”, quella della durata dei processi da riportare sulle medie degli altri Paesi Ue, condivisa anche dal primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, intervenuto in apertura della cerimonia. Anche per contenere i costi delle cause e non scoraggiare possibili investimenti nel Paese.

NO A PROCESSI MEDIATICI – Nella sua relazione, Canzio ha richiamato i giudici a un maggior rigore e riserbo nello svolgimento delle proprie funzione, evitando fughe di notizie e pericolosi processi mediatici. Tendenze favorite anche dalla “spiccata autoreferenzialità” di alcuni pubblici ministeri, ha attaccato Canzio. Un momento quasi di commozione personale, per lui, nel ricordare lo straordinario lavoro di rinnovamento della Cassazione e delle altre istituzioni giudiziarie, giunto quasi a compimento con l’assunzione di molti giovani e “valenti” magistrati – comprese numerose donne, anche in posizioni apicali.

LE EMERGENZE DEL PAESE – La corruzione continua ad essere percepita come una delle più grandi piaghe per il Paese, ha poi ricordato Canzio, ma il fenomeno non pare emergere con la stessa rilevanza in ambito giudiziario: nel 2016 appena 273 procedimenti su tale reato definiti in Cassazione, pari allo 0,5%. Segno che le denunce sono ancora drammaticamente minoritarie. Canzio si è poi soffermato a lungo sulla grave minaccia del terrorismo di matrice islamica, invitando le autorità ad adoperarsi col massimo impegno per prevenire la radicalizzazione nelle nostre carceri, garantendo un trattamento “giusto e finalizzato all’integrazione” dei detenuti. Sul piano giudiziario, il presidente della Cassazione ha ipotizzato invece la possibilità di definire gli atti di terrorismo come “crimini contro l’umanità”.

IL LAVORO DEL PARLAMENTO – Un’idea che dovrebbe passare naturalmente al vaglio del Parlamento, le cui mancanze non sono passate sotto silenzio negli interventi dei due alti rappresentanti del sistema giudiziario. Servirebbe una riforma del processo Penale e Civile, un riordino atteso da decenni. E servirebbe anche una regolamentazione più chiara per le adozioni da parte delle coppie gay.

La cerimonia a Palazzo Cavour, che ha visto l’intervento anche del Ministro della Giustizia Orlando, si era aperta con il commosso ricordo di Giorgio Santacroce, l’ex presidente della Corte di Cassazione spentosi a Roma proprio negli scorsi giorni all’età di 75 anni.