L'abbraccio tra Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani

«Scissione? Ma quale scissione?». Franco Marini butta acqua sul fuoco. Quando ormai manca poco all’inizio della prima votazione, l’ex sindacalista fa appello a concordia e coesione: «L’augurio è che il mio partito possa ritrovare oggi una forte unità ». Eppure, la scissione c’è ed è impossibile non vederla. Percorre e attraversa il centrosinistra. Proprio mentre Pier Luigi Bersani abbraccia in Parlamento Angelino Alfano. E così l’unica unione sembra essere questa.

«Se Marini non viene eletto alla prima chiama, apriamo immediatamente una riflessione», spiega Pippo Civati (Pd), che si è detto da subito disposto a votare per Rodotà: «Finché non abbiamo fatto quest’accordo con il Pdl, non ci siamo resi conto di cosa significasse», spiega. «La spaccatura è determinata dalla candidatura di Franco Marini», incalza Nichi Vendola, sostenitore anche lui del giurista cosentino. Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio appoggia invece Romano Prodi: «Ho sempre detto che i criteri di autorevolezza internazionale e nazionale, di credibilità e di innovazione nella politica dovevano guidare la scelta del Presidente della Repubblica. Romano Prodi è il migliore».

Michele Emiliano, sindaco di Bari, è un altro sostenitore di Rodotà. E dice: «La candidatura di Marini ci consegna alla soddisfazione di Berlusconi che, senza sparare un colpo, vince la sua ultraventennale sfida per conservare questo paese nell’instabilità e nel disonore». Lui, il Cavaliere, si presenta in Aula solo dopo la seconda e ultima chiama per i senatori. Scortato dal presidente del gruppo a Palazzo Madama Renato Schifani, si avvicina alle cabine elettorali e attende di essere “ripescato” prima dell’inizio del voto dei deputati. «Devono votare altri senatori?», dice la presidente della Camera Boldrini. E così il Cavaliere alza la mano e si dirige verso i commessi per prendere la scheda.

Anche in Aula il più compatto sembra il centrodestra. E schierata come sempre in prima linea c’è lei, la pasionaria Daniela Santanché. «Oggi votiamo convintamente Marini», afferma decisa. «Spero diventi presto capo dello Stato, perché è un presidente di pacificazione e un presidente di tutti». Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Marini rappresenta una soluzione «giusta e dignitosa»..

Anche Umberto Bossi, che in un primo momento aveva preso le distanze dal suo partito, per sostenere la leghista Manuela Dal Lago, ha infine rinunciato: la Lega voterà compatta Marini. «Sarà il voto della politica contro l’antipolitica», ha affermato. Poco prima, il Senatùr scherzava così con Rosy Bondi: «Volevo votare te». Tagliente e polemica la risposta della presidente Pd: «C’è tempo, almeno un altro mandato. In questo Paese fino a che non fai 80 anni non diventi presidente della Repubblica».

Giulia Carrarini