Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Pd

Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Pd

Prima le consultazioni per il Quirinale, poi il voto definitivo sull’Italicum: la giornata per Matteo Renzi è di quelle in cui si uniscono i puntini. Due scadenze cruciali in una sola giornata, cominciata alle 9.30 nella sede del Pd e proiettata verso l’aula del Senato, per l’approvazione nel pomeriggio della legge elettorale. E l’ordine temporale dei fatti è fondamentale e non casuale.

Inizia al largo del Nazareno il lungo martedì del premier. Per primi arrivano i rappresentanti dei partiti Per L’Italia, Centro Democratico e Scelta Civica, seguiti da Alleanza Popolare (Ncd-Udc). Sede transennata e folla di giornalisti, a raccontare il primo giorno di incontri, dedicato a sondare i pareri sulla scelta del prossimo presidente della Repubblica. «Ci auguriamo che i nostri avversari storici abbiano rispetto dell’alternanza al vertice delle istituzioni», è l’auspicio di Nunzia De Girolamo, capogruppo Ncd alla Camera, che parla di 240 elettori del centrodestra uniti nel nome di un candidato moderato. È una delle poche a parlare, le bocche dei delegati restano per lo più cucite. «È importante che Renzi abbia voluto ascoltare anche le liste civiche» aggiunge Giacomo Portas, deputato Pd, ala dei moderati «Per il Quirinale serve una persona che difenda la Costituzione e la credibilità dell’Italia nel mondo».

Se il cantiere per il Colle si è messo in azione, di fatto termina al Senato il cammino politico dell’Italicum, cuore dell’accordo siglato tra Renzi e Berlusconi proprio un anno fa, nelle stesse stanze dove si stanno svolgendo ora le consultazioni. Un patto che potrebbe avere effetti anche negli accordi per l’elezione del capo dello Stato. La legge dovrà però comunque tornare alla Camera per il sì finale. Un passo in avanti è stata l’approvazione dei due emendamenti a firma della senatrice Pd Anna Finocchiaro e dei capigruppo della maggioranza, in cui si introducono soglia del 40% per il premio di lista, soglia di sbarramento al 3%, preferenze ma capilista bloccati. In sostanza, i punti centrali del patto del Nazareno.

Nell’agenda di Matteo Renzi, il via libera all’Italicum viene in ordine cronologico prima dell’incontro con il leader di Forza Italia. Berlusconi è atteso al Nazareno in tarda serata, quando la legge elettorale dovrebbe ormai aver già superato anche lo scoglio di Palazzo Madama. E con questa prospettiva, il premier e segretario del Pd ha organizzato il calendario delle consultazioni, con volata finale riservata ai neodissidenti grillini. Il Movimento 5 Stelle ha invece già declinato ogni invito a trattare sul Colle. «Legata alla presidenza della Repubblica, c’è in corso una campagna acquisti», ha spiegato a Radio 24, il deputato del M5S e vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Cerchiato in rosso tra gli appuntamenti di questo lungo martedì resta comunque soprattutto l’incontro con l’ex Cavaliere. Che torna un anno dopo là dove la “profonda sintonia” tra i due politici portò al patto, che forse permetterà di unire i puntini sia della legge elettorale sia del Quirinale. Ma questo resta tutto da vedere.

Marta Latini