Sono al lavoro per una possibile soluzione condivisa. Almeno sul Quirinale. Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi sono continuamente in contatto. Forse c’è stato anche un faccia a faccia. Quel che sembra certo, però, è che Pd e Pdl stanno cercando l’accordo sul nome del prossimo presidente della Repubblica.

Silvio Berlusconi ha dichiarato, nei giorni scorsi, di essere in attesa del Pd e di essere disposto a valutare qualunque proposta. Escluso Romano Prodi, ovviamente. E allora si lavora sui nomi di Giuliano Amato, il “professor Sottile” che andrebbe bene a Berlusconi, e su Sabino Cassese, giurista e giudice della Corte Costituzionale. Quest’ultima un’ipotesi che sta prendendo sempre più piede in queste ore. In alternativa c’è sempre il nome di Massimo D’Alema, il cui ostacolo più grande pare essere proprio all’interno del suo partito, il Pd. Sembrano tramontati per ora, dopo gli attacchi di Matteo Renzi, i nomi di Anna Finocchiaro e Franco Marini.

Il possibile accordo Pd-Pdl resta da leggersi in vista di un possibile via libera del partito di Berlusconi alla nascita di un governo Bersani. Il segretario democratico, infatti, sta cercando il consenso del Pdl sul Quirinale per garantirsi poi la nascita di un esecutivo con la possibile astensione in aula del centrodestra.

A complicare i piani di Bersani la mossa astuta, e tutta politica, di Beppe Grillo: Dopo le “Quirinarie” online, il Movimento 5 Stelle ha scelto la giornalista Rai Milena Gabanelli. Ma sembra essere disponibile anche ad appoggiare la candidatura di Stefano Rodotà, terzo nella consultazione. Proprio l’anziano professore è l’amo gettato ai democratici: eletto in Parlamento come indipendente del Partito Comunista e primo presidente del Pds, Rodotà è un nome su cui molti elettori democratici stanno spingendo e che potrebbe mettere Bersani in grande difficoltà.

In ultima ipotesi c’è sempre Romano Prodi. Solo quando ormai tutti i tentativi di accordo con Berlusconi saranno sfumati, Bersani potrà rispolverare il nome del Professore. Una scelta che servirebbe anche a tentare di spaccare il Movimento 5 Stelle e tornare più forti al voto.

Enrico Tata