Il giorno più lungo della storia del Pd. Il partito è una polveriera. Pronta a esplodere. E in molti sussurrano che ormai non importa se Franco Marini verrà eletto al Quirinale o no. Non basterà per salvare la situazione.

Il segretario dei democratici Pierluigi Bersani sperava, con il nome di Marini, l’ex presidente del Senato ed ex capo della Cisl, di guadagnarsi solo il rifiuto di Matteo Renzi e dei suoi uomini. Ma al Teatro Capranica di Roma, nell’assemblea dei grandi elettori del Pd, si è consumato un vero dramma. Ululati e fischi contro il segretario. Che deve uscire dal retro per non incontrare i militanti inferociti che protestavano fuori in strada.

La prima parlamentare ad uscire allo scoperto è Marianna Madia, la giovane voluta da Veltroni capolista nel Lazio nelle elezioni del 2008, che twitta: “Non solo i Renziani non lo voteranno”. Poco dopo, Sandra Zampa, storica portavoce di Romano Prodi, durissima con la scelta di Franco Marini, a cui rimprovera di aver fatto cadere il primo governo Prodi: “Marini è l’uomo che ha distrutto il governo ulivista, il governo più amato di questi venti anni”.

E poi Debora Serracchiani che parla di “scelta gravissima”; Ignazio Marino, che voterà Rodotà e che non pensa che Marini possa “rappresentare l’Italia di oggi e di domani”. E ancora Laura Puppato, Ivan Scalfarotto e Giuseppe Civati, che dice che è ipocrisia non riconoscere che il voto al Quirinale è collegato al possibile futuro Governo: “mi opporrò in tutti i modi a questa soluzione. E non sarò il solo”, minaccia. Tutti contro il segretario. Si spaccano anche i Giovani Turchi, l’ala sinistra del Partito, con Matteo Orfini contrario e Stefano Fassina unico difensore dell’accordo: “Franco Marini è in grado di ricostruire una connessione sentimentale con il paese”.

Anche l’ultrà bersaniana Alessandra Moretti, una delle fedelissime del segretario, è ancora indecisa se votare Franco Marini. Contrario anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Come contrari sono i veltroniani Walter Verini e Andrea Martella. Anche Rosy Bindi ha fatto sapere di essere in disaccordo sul nome di Franco Marini.

Probabilmente, per disciplina di partito, molti alla fine convergeranno sull’ex segretario del Partito Popolare. Ma la leadership interna al partito di Pierluigi Bersani appare ormai segnata. Il segretario, tra l’altro, ha incassato anche il no di Bruno Tabacci e del suo Centro Democratico, dei sei deputati socialisti, che voteranno Bonino, e di Sinistra, Ecologia e Libertà. Se il Pd vota Marini, l’alleanza di centrosinistra è finita, ha detto Nichi Vendola.

Alla fine Franco Marini potrebbe essere eletto al Quirinale con il voto compatto del Pdl di Silvio Berlusconi e della Lega Nord. Che su tutti i media stanno difendendo il vecchio leader abbruzzese contro gli attacchi che gli vengono mossi dal suo stesso partito.

Enrico Tata