Di discorsi pubblici Sergio Mattarella ne ha fatti parecchi, dal giorno del suo insediamento come Presidente della Repubblica, il 3 febbraio 2015. All’appello però manca quello più importante e più noto. Il discorso di fine anno, che sarà il primo del suo mandato.

Sergio Mattarella è stato eletto il 31 gennaio

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato eletto il 31 gennaio

Già da qualche tempo circolano ipotesi su come andrà il debutto del Capo dello Stato. L’attesa, bisogna ammetterlo, è dovuta soprattutto all’indole schiva e ritrosa dell’ex giudice costituzionale, apparentemente incompatibile con il piglio richiesto da un’arringa. Per il resto, i contenuti sono più o meno già scritti. Una prova generale è stata fatta con l’ultimo intervento in ordine di tempo, quello tenuto nella cerimonia per lo scambio degli auguri tra le Istituzioni, lo scorso 21 dicembre. In questa occasione il presidente ha parlato anche della questione scottante delle quattro banche (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara) salvate per decreto dal governo, chiedendo «un accertamento rigoroso e attento delle responsabilità» e sottolineando come «la trasparenza, la correttezza e l’etica degli intermediari, bancari e finanziari siano di importanza primaria».

E forse le conseguenze del crac bancario potrebbero essere riprese anche nel messaggio del 31 dicembre. Un discorso che, da tradizione, ripercorre gli eventi salienti dell’anno ormai alle spalle e fissa gli obiettivi per quello venturo. Dietro l’imponente scrivania di legno, incorniciata dagli arazzi appesi al muro, l’inquilino del Quirinale guarderà fisso in camera e, c’è da immaginare, esordirà ricordando agli Italiani che si tratta della sua prima volta. Proprio come il suo predecessore, Giorgio Napolitano, un anno fa, aveva ribadito che sarebbe stato il commiato prima delle dimissioni. Allora Napolitano si era soffermato soprattutto sulla crisi economica e sulla necessità di far ripartire il mercato del lavoro. Le “questioni chiave”, così le aveva chiamate: temi prioritari anche per Mattarella, il quale ha già dedicato largo spazio all’occupazione giovanile proprio durante il suo giuramento alla Camera. Con molta probabilità li analizzerà anche la sera del 31, iniziando dai timidi segnali di ripresa economica, italiana ed europea.

«Da domani ci attende una nuova prova: il futuro del sito di Expo, per il quale mi auguro che vengano coinvolti soprattutto i giovani», aveva detto in occasione della chiusura dell’esposizione universale il 31 ottobre. Expo sarà ricordata dal capo dello Stato come la grande sfida italiana dell’ultimo anno, quella che in sei mesi ha raggiunto 21 milioni di visite, ha permesso l’incontro delle culture e ha prodotto il documento programmatico della Carta di Milano. Expo l’otto dicembre ha passato il testimone all’altra grande sfida dei prossimi mesi, il Giubileo della Misericordia. «L’importante è essere preparati e vigilare bene. E fare un’azione preventiva efficace, che è quello che si sta cercando di fare. Io credo che questo possa rassicurare», era stata la risposta del presidente alle domande della stampa sull’allarme terrorismo. Molti hanno dubitato e dubitano tuttora dell’opportunità di celebrare un evento del genere in un contesto internazionale-diplomatico così precario e turbolento come quello attuale.

E il terrorismo sarà senza dubbio uno di pilastri del messaggio di fine 2015. Un 2015 squarciato dagli attentati di matrice jihadista a Parigi, colpita prima all’interno della redazione di Charlie Hebdo a gennaio, poi in una serata di venerdì lo scorso 13 novembre. Tra le 130 vittime anche Valeria Solesin, la ragazza veneta dottoranda alla Sorbona, morta al Bataclan, la sala concerti della capitale francese. Mattarella ha ricordato più volte questa «figlia d’Italia e d’Europa, uccisa perché rappresentava il futuro». Forse sarà proprio lei, Valeria, il simbolo di questo primo discorso di fine anno.

Marta Latini