Rai Way Mediaset No del governo alla proposta Mediaset di acquistare il 66 per cento di Rai Way per 1,2 miliardi. “Considerata l’importanza strategica della rete, la presidenza del Consiglio dei ministri aveva già stabilito di mantenere in capo a Rai una quota non inferiore al 51%. L’offerta pubblica per Rai Way conferma che la quotazione in Borsa si è rivelata un successo “. Bene la proposta, dunque, ma il 51 per cento resta pubblico.

I vertici di Mediaset non si arrendono e si rimettono al lavoro per rilanciare l’offerta. Con le stesse ragioni che l’Opa (Offerta pubblica di acquisto) prospettava: unire due aziende che fanno lo stesso mestiere per creare un operatore più grande, contrastare competitor stranieri, potenziare il segnale dove necessario ed eliminare alcuni ripetitori di maggior impatto ambientale.

L’Antitrust intanto fa sapere di aver ricevuto la notifica dell’operazione e che verificherà se questa comporti “il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato in modo da eliminare la concorrenza”. Silenzio, invece, dalla Rai che controlla il 65 per cento di Rai Way e che giovedì ha in calendario un consiglio di amministrazione presieduto dal dg Luigi Gubitosi. “La non contendibilità di Rai Way – protestano il deputato Michele Anzaldi e il senatore Federico Fornaro, componenti Pd della commissione di Vigilanza Rai – è spiegata chiaramente dai decreti del governo  e dal prospetto informativo diffuso dalla Rai. Come è possibile che da due giorni si discuta di una proposta che non è realizzabile?”.

Il blitz dell’azienda di Silvio Berlusconi aveva acceso non poche polemiche anche da sindacati e politica che avevano ribattezzato la possibile fusione come “Nazareno Televisivo”. “Prima Mondadori-Rcs, poi Mediaset-Raiway: ora aspetto che il Milan compri l’Inter“, ha commentato su Twitter Pieluigi Bersani. Più critico Roberto Fico, deputato del Movimento Cinque stelle e presidente della Commissione di vigilanza Rai: “Di questo governo non mi fido: nel patto del Nazareno vedo una trattativa in cui conta solo la politica degli affari e non quella del bene comune”. Per il Sindacato autonomo nazionale di produzione tv “se dopo appena 3 mesi dallo sbarco in borsa del titolo Rai Way si assiste ad un evento del genere, nulla vieta di pensare ad un’azione premeditata”.

Angelica D’Errico