Rosy Bindi

Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia

Mancano ventiquattr’ore per scoprire i nomi ufficiali degli “impresentabili” candidati nelle liste alle elezioni regionali e comunali del 31 maggio: saranno infatti svelati il 29 direttamente dalla presidente della commissione parlamentare Antimafia, la democratica Rosy Bindi. Un ritardo che né il Pd né, tantomeno, M5S e Sel hanno apprezzato. Ma Bindi si è giustificata dicendo: “Non possiamo dare solo quattro nomi”.

I 17 nomi tanto attesi – di cui 4 pugliesi e 13 campani – sarebbero dovuti essere noti già nella giornata del 26 maggio ma la riunione dell’ufficio di presidenza della commissione a guida Bindi era stata sospesa per la mancanza di alcuni dati sulle liste campane e la fuga di notizie su alcuni degli impresentabili. Fuga di notizie a cura de Il Corriere della Sera che aveva fatto i nomi dei quattro pugliesi: l’imprenditore 32enne Fabio Ladisa, in corsa con i Popolari per Emiliano (Udc, Centro democratico, Realtà Italia); Massimo Oggiano, della lista Oltre con Fitto (centrodestra); Enzo Palmisano del Movimento Schittulli (che sostiene Francesco Schittulli, anch’egli candidato del centrodestra) e, infine, Giovanni Copertino, della lista che sostiene la candidata di Forza Italia Adriana Poli Bortone.

Ladisa è imputato per per truffa, estorsione e furto. Dopo la notizia, il candidato presidente di Regione Michele Emiliano ha chiesto al coordinatore della lista di “ritirare il candidato Ladisa dalla competizione elettorale”. Oggiano è invece accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre a Palmisano gli inquirenti contestano il voto di scambio, sebbene sia ormai caduto in prescrizione. Infine, accusa di corruzione, truffa e falso per l’ex presidente democristiano della Regione Puglia Copertino, a cui è contestato anche il voto di scambio, anche in questo caso prescritto.

Molto più critica la situazione in Campania dove, secondo la commissione Antimafia gli impresentabili sono addirittura 13, anche se ancora nessun identikit definitivo è stato divulgato. L’unico nome certo è quello di Antonio Scalzone, rinviato a giudizio per reati associativi e candidato nella circoscrizione di Caserta nella lista “Popolari per l’Italia” che sostiene Stefano Caldoro, attuale presidente di Regione e candidato del centrodestra. Ma altri sono i nomi che circolano. Come quello di Tommaso Barbato, ex Udeur (ora con Vincenzo De Luca, lo “sceriffo” sindaco di Salerno), che sarebbe indagato per voto di scambio. L’Antimafia ha poi messo l’attenzione su Antonio Amente, ex sindaco di Melito, proveniente da Forza Italia, ora nella lista “Campania in rete” che sostiene De Luca. Il suo nome era comparso in una indagine del 2011 insieme ad altri 28 indagati ma della sua posizione attuale nell’indagine non ci sono notizie certe. Risulta invece assolto dalla Cassazione “perché il fatto non costituisce reato” il vicepresidente del Consiglio regionale Biagio Iacolare, Udc (con De Luca) finito qualche mese fa nel mirino della Dda di Napoli nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolti i titolari e fondatori della Sime costruzioni, attualmente in carcere in quanto ritenuti affiliati al clan Polverino. Altro nome discusso, Enricomaria Natale (Campania in Rete per De Luca). Natale, di Casal di Principe, è uno dei nomi più discussi per le vicende giudiziarie del padre, presunto prestanome del clan Schiavone.

Il candidato alla regione Campania Vincenzo De Luca, intervistato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, si giustifica e dice: “Non potevamo controllare uno per uno cinquecento candidati. Lo sanno tutti come vanno queste cose: un casino. Finito alle tre di notte. Mi dica: come potevo controllare tutti? È stato infilato qualche personaggio discutibile? Non votatelo!”. Sì, perché alla fine, nessuno dei 17 impresentabili, se confermati, verrà eliminato dalle liste elettorali, che sono già state chiuse e quindi divenute ufficiali nelle settimane scorse: l’unico pericolo che corrono è quello di non essere votati. Un pericolo che rischia di restare piuttosto remoto.

Chiara Baldi