Poco sopra il 12 per cento in Calabria, addirittura doppiata dalla Lega Nord in Emilia-Romagna, dove non raggiunge nemmeno la doppia cifra. Anche se il leader Silvio Berlusconi non ha ancora commentato i risultati, all’indomani del voto regionale di novembre nessuno dentro Forza Italia prova a nascondere la débacle.
Il primo a parlare è Raffaele Fitto, da sempre critico con il Cavaliere: “L’alibi dell’astensione – attacca l’europarlamentare pugliese – non regge. Abbiamo sbagliato tempi e modalità: basta nomine e basta ambiguità. Serve una progetto politico chiaro e non appiattito sulla linea del Governo”. Fitto si spinge fino a chiedere l’azzeramento dei vertici del partito e contesta anche i tempi della riunione del comitato di presidenza, prevista per le 15 di martedì a Palazzo Grazioli: “Ho chiesto a Berlusconi di rinviarla. Molti di noi sono a Strasburgo per la visita del Papa”.
Quella di Fitto non è l’unica voce critica tra i forzisti. In mattinata anche Maurizio Bianconi e Francesco Paolo Sisto – ospiti rispettivamente delle trasmissioni tv Omnibus e Agorà – hanno sottolineato l’esigenza di prendere subito le distanze sia dal Patto del Nazareno, sia dalla Lega di Matteo Salvini, reduce dall’exploit in Emilia. Proprio l’ascesa del Carroccio sembra la principale preoccupazione degli azzurri. Maurizio Gasparri, intervistato da Repubblica, chiude a Salvini candidato del centrodestra: “Sarebbe un regalo a Renzi. Riusciremo a presentare un profilo all’altezza: se non potesse esserlo Berlusconi, si potrebbe ricorrere alle primarie”.
Dentro il Movimento 5 Stelle, che con Forza Italia condivide la sconfitta, regna l’incertezza. E se Beppe Grillo non ha ancora rilasciato dichiarazioni sul voto, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, a Radio Città Futura, ha riconosciuto gli errori di comunicazione commessi dal Movimento: “Non siamo stati capaci di comunicare ciò che facciamo – ha ammesso – e la nostra sfida è dimostrare con esempi concreti che la democrazia serve ancora a qualcosa”.
Parte del fronte pentastellato resta però scettica: Francesco Molinari parla di “zavorre” che pesano sul Movimento e ne hanno tradito gli intenti iniziali. Marco Affronte fa addirittura mea culpa: “Non siamo riusciti a convincere i delusi e questa è per noi una sconfitta”. Nelle prossime ore il leader dovrebbe rompere il silenzio e chiarire le prossime mosse. Ma mai silenzio fu più eloquente.
Emiliano Mariotti