L'arrivo di Renzi a Montecitorio (foto Ansa)

L’arrivo di Renzi a Montecitorio (foto Ansa)

«Dove devo andare?». Comincia chiedendo indicazioni sul cammino da seguire il primo giorno di Matteo Renzi da premier incaricato. Il labirinto è Montecitorio, dove l’ormai ex sindaco di Firenze ha in programma le consultazioni per il nuovo Governo. Ma la strada verso la Sala del Cavaliere – e verso la formazione della sua squadra – è meno lineare di quanto si aspettasse.

«Devo andare di là?», chiede Renzi a un commesso. «Ci siamo persi Delrio…», si lamenta subito dopo, non trovando accanto a sé il fedelissimo. Interviene un commesso, gli indica la strada e lo rassicura: «No, Delrio è già arrivato e la sta aspettando».

Nessuna esitazione quando cominciano i colloqui. Il primo degli incontri in calendario è con il Centro democratico di Bruno Tabacci, che dialoga con Renzi una ventina di minuti prima di lasciare il posto alle minoranze linguistiche. Appuntamenti a ritmo serrato, proprio come le riforme annunciate a incarico appena ricevuto: legge elettorale entro febbraio, marzo dedicato ai provvedimenti per rilanciare il lavoro, ad aprile lo snellimento della burocrazia statale, per concludere a maggio con la riforma fiscale. Con la stessa velocità conta di formare il nuovo Governo. «Entro il fine settimana», aveva promesso proprio il ministro degli Affari regionali Delrio, sicuro della riconferma. Ma il «rimpasto» deve passare attraverso le strettoie delle larghe intese dei «no» già incassati.

Il premier lavora alla rosa dei nomi da presentare a Napolitano. Alcune caselle sono già occupate: sicura sembra, ad esempio, la nomina di Maria Elena Boschi alle Riforme. Più difficili da assegnare altri dicasteri, uno per tutti il Tesoro.

A metà mattina si avvicina al microfono per le dichiarazioni alla stampa Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, che non risparmia a Renzi la bacchettata sul metodo: «Il suo è il terzo governo di fila sul quale gli italiani non hanno modo di esprimersi». La richiesta della delegazione è di introdurre il presidenzialismo tra le riforme costituzionali, senza limitarsi all’abolizione del Senato.

Le consultazioni proseguono con le autonomie del gruppo Gal. Crescendo nel pomeriggio: Lega, Scelta civica, Sel e il Nuovo centrodestra di Alfano. Da ultimi Forza Italia e il Partito democratico. Il Governo Renzi I è appena cominciato.

Lucia Maffei