Dopo la direzione generale di mercoledì 6 marzo, nella quale gli otto punti di Bersani per un governo di cambiamento hanno ottenuto l’unanime approvazione, per il Pd è tempo di fare chiarezza. Nei confronti dell’elettorato così come dell’apparato interno.

Il Pd chiude a Berlusconi ed apre a Grillo, 8 punti per un governo di cambiamento

Bersani propone un programma in 8 punti per un governo di cambiamento (foto ANSA)

Stefano Fassina, responsabile del settore economia e lavoro del Partito Democratico, ha dichiarato: “Nel pacchetto degli 8 punti ci sono proposte che il Pdl ha sempre rigettato come la legge sul conflitto di interessi e misure serie anti corruzione. Il Pdl con Berlusconi non ha la credibilità morale per essere interlocutore in una fase di cambiamento”. Fassina guarda invece al movimento di Grillo: ” Nel programma di Bersani ci sono risposte a domande che il M5S ha intercettato, si confrontino e si assumano le loro responsabilità. Non siamo disponibili ad alcun accordo col Pdl, in qualunque forma venga presentato. Se non ci sono le condizioni per fare un governo di cambiamento e si vuole tentare con un governo che continua con l’agenda Monti, sonoramente bocciata dagli elettori, allora dico che è meglio si torni alle elezioni”.

Per il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, il segretario Pierluigi Bersani ha fatto una scelta di grande saggezza nell’andare incontro al Movimento 5 Stelle.  “ Se la politica tradizionale dovesse chiudersi all’interno del Palazzo, darebbe la peggiore risposta possibile, per questo” – ha concluso Vendola –  “Bersani fa molto bene a dire di andare incontro al vento di cambiamento”.

Riguardo alla dichiarazione di Matteo Renzi, che in un’intervista al Messaggero ha detto “ho perso le primarie ma forse avrei vinto alle urne”, ribatte ancora Fassina: “Non credo sia un’analisi fondata, Renzi ha perso le primarie con un programma che era sostanzialmente l’agenda Monti. E’ una leggenda metropolitana che con lui andremmo meglio. Questa scorciatoia per cui entra in campo un altro “Unto del Signore” la trovo povera di prospettive e risultati immediati. Se pensiamo che mettiamo uno giovane bello e brillante e risolviamo i problemi siamo fuori strada”

“Se si tornerà a votare si faranno le primarie e vedremo. Non è automatico che sarà Bersani il candidato, anzi mi pare complicato, ma non è automatico che possa essere Renzi. Ci saranno le primarie e ci sarà una sfida”. Queste le parole di Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Partito Democratico, durante la trasmissione Omnibus su La7. “Abbiamo parlato tutti, sui giornali e in televisione, però nel momento in cui si discute tra noi, l’opportunità di confrontarsi non andrebbe sprecata”, ha poi aggiunto a proposito della decisione di Matteo Renzi di lasciare la direzione generale del partito senza parlare. “Sarebbe stato importante ascoltarlo. Comunque nulla di drammatico”, ha concluso Orfini, che sembra avere ben chiaro quale è stato l’esito della riunione: “Si può provare a fare qualcosa, se ci si riesce, ma poi si tornerà al voto”.

Alessandro Minissi