Letta si, Letta No. È anche questa la questione che anima la gara dei tre candidati alla segreteria Pd. Gara che si concluderà domenica 8 dicembre, quando le primarie aperte a tutti dovrebbero dare al centrosinistra un nuovo segretario e una nuova linea di partito.
Il governo Letta dovrà gestire il semestre europeo e nella primavera del 2015 si tornerà al voto @Rainews24
— Gianni Cuperlo (@giannicuperlo) 3 Dicembre 2013
Gianni Cuperlo, intervistato martedì mattina del direttore di Rainews24 Monica Maggioni, tranquillizza l’esecutivo e garantisce che, se dovesse essere lui a vincere la partita, non ci sarà “nessun ricatto a Letta. Questo Governo di scopo deve transitare il paese fino al 2015 e il Pd deve farsi trovare pronto per la nuova fase che si aprirà con le elezioni del 2015”. “Ma deve essere chiaro che per l’esecutivo si tratta di una parentesi, di una situazione di emergenza”, ha precisato il candidato.
Pippo Civati viaggia fin dall’inizio in direzione contraria. “È una pia illusione credere di governare con Giovanardi e Alfano”, ha scritto sulla sua pagina Facebook, e sull’eventualità di tornare al voto nel 2014 ha dichiarato ad Agorà: ”Se si vota vuol dire che le primarie le ho vinte io, perché Cuperlo e Renzi non vogliono andare alle urne”. “Se – però – gli elettori voteranno per Cuperlo o per Renzi io mi uniformerò e l’11 dicembre voterò la fiducia al governo Letta”.
Chi vota per me l’8 dicembre esige un’Italia che #cambiaverso su impegni precisi. È Politica, non diktat. Per il PD questa è la #voltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 1 Dicembre 2013
La posizione di Matteo Renzi ricalca quella che occupa nella foto del confronto Sky del 29 novembre: a metà tra gli altri due. Ne sostegno ne sgambetto, ma un ‘patto’ di governo che, se uscirà vincitore delle primarie, intende sottoscrivere con l’esecutivo Letta. I temi sul tavolo sono tre: riduzione dei costi della politica, piano per il lavoro e “l’Europa”. Per il Sindaco di Firenze queste devono essere le priorità su cui concentrare l’azione del governo Letta nel 2014. “Chi vota per me l’8 dicembre esige un’Italia che ‘cambia verso’ su impegni precisi. È Politica, non è un diktat”, scrive su Twitter. “Quello mio non è un ultimatum al governo: io mi gioco la faccia. Se il Pd non farà quello che promette io ci perdo la faccia”, ha poi dichiarato lunedì 2 dicembre a Piazza Pulita. Letta è avvisato, queste sono le condizioni di Renzi per ottenere la fiducia e andare avanti, “altrimenti finish”.
Alessandro Minissi