Una patata bollente che nessuno vuole. Oppure la mancanza di una persona adatta a ricoprire uno dei ruoli chiave del governo. È ancora rebus sul nome del prossimo Ministro dell’Economia, tanto che, secondo il corsivo de Il Sole 24 Ore, non sembra esserci in Italia qualcuno che riassuma su di sé doti di “competenza, autorevolezza e prestigio internazionale” indispensabili per guidare via XX Settembre. Eppure tra i papabili non mancano persone di valore provenienti da enti e università, i cui nomi figurano anche nella classifica dei 44 migliori economisti del Belpaese redatta dalla Via Academy, associazione di accademici italiani all’estero.
Caduti uno dopo l’altro i nomi di Enrico Letta, Romano Prodi, Lorenzo Bini Smaghi, Lucrezia Reichlin, Franco Bassanini, naufragata l’ipotesi Fabrizio Barca, l’ex ministro Pd che, vittima dello scherzo telefonico della trasmissione “La Zanzara”, ha ammesso di aver “rifiutato secco, ma secco in un modo…” il dicastero, restano in piedi i nomi del presidente di Istat Pier Carlo Padoan che è stato consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, e dell’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, 58 anni. E proprio quest’ultimo sembrerebbe essere in pole position. Allievo prediletto di Mario Monti, il cui nome era circolato anche come ipotetico Ministro del Tesoro per il governo del “Professore”, è uno dei più brillanti economisti italiani, tanto occupare il terzo posto della classifica di Via Academy, dietro ad Alberto Alesina e Luigi Zingales.
Dopo l’incontro con Napolitano, Renzi sembrerebbe essersi deciso per un tecnico «di alto profilo», rinunciando a insediare in via XX Settembre il ministro uscente degli Affari regionali Graziano Delrio, che dovrebbe rimanere a Palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Non compaiono nella lista, ma avrebbero le carte in regola per essere candidati eccellenti anche Carlo Cottarelli, ex dirigente del Fmi, fortemente voluto da Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni, e commissario straordinario alla spending review, e Roberto Perotti, anche lui bocconiano, che figura tra i consiglieri del premier incaricato ed è il quinto economista italiano più importante al mondo. Nomi che, non a caso, Renzi si tiene ben stretti.
Sembrerebbe definitivamente fuori dalla rosa di nomi il precedente inquilino di via XX Settembre Fabrizio Saccomanni, che in classifica si piazza al quart’ultimo posto, davanti a Mario Monti.
Nell’incontro fra Renzi e Ignazio Visco del 19 febbraio scorso, il governatore di Bankitalia avrebbe consigliato all’ex sindaco di Firenze di riconfermarlo a capo del dicastero chiave del governo, in linea con quello che sembrerebbe essere il pensiero dello stesso Mario Draghi. Ma si sa, i numeri non sono tutto.
Alexis Paparo