«Dobbiamo lottare contro un’Europa espressione della burocrazia e della tecnocrazia». Con queste parole, pronunciate alla Camera, il premier Matteo Renzi ha spiegato il suo intento in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo. L’ha fatto riprendendo un discorso di Alexander Langer, politico ed esponente di Lotta Continua. «Stiamo costruendo un’Europa dove si smistano persone e merci ma si svuotano di identità le città e le regioni», aveva detto Langer. L’obiettivo di Renzi è guardare agli ideali dei padri fondatori, in vista delle prossime elezioni europee, del cambiamento delle istituzioni e del semestre di presidenza italiana.
Il premier ha raccontato dell’incontro con l’ex presidente brasiliano Luiz Lula da Silva durante la sua visita in Italia. «Mi ha colpito l’affermazione “non ho mai visto l’Europa così rassegnata, pessimista e stanca”. Credo che chi rappresenta un paese dentro il consiglio europeo deve partire dal fatto che l’Europa vive una fase di difficoltà evidente ai cittadini e c’è il rischio forte di un’affermazione di partiti populisti», ha spiegato Renzi.
Non sono mancati due riferimenti agli ultimi sbarchi dei migranti e alla questione ucraina. Il premier ha poi ringraziato quanti all’interno dell’operazione “Mare Nostrum” hanno portato in salvo 2.077 persone. In conclusione, il presidente del Consiglio ha definito il referendum in Crimea «illegittimo», sottolineando la necessità di un’azione concreta da parte di tutte le istituzioni, in particolar modo da parte dei Paese europei del G8. «Bisogna tenere aperto un dialogo proprio mentre giudichiamo illegittimo il referendum con la Russia, utilizzando sanzioni graduali e reversibili». La stella polare del governo italiano è trovare una soluzione con la collaborazione a tutti i livelli istituzionali che eviti «l’incubo di un ritorno alla cortina di ferro».
Presente in aula anche l’ex primo ministro Enrico Letta, che ha deciso di non prendere posto tra i banchi del Partito Democratico, dopo un periodo di assenza da Roma. «Sono venuto ad ascoltare il discorso sull’Europa. Tutto bene, guardiamo avanti», si è limitato a rispondere ai cronisti.
Silvia Morosi