Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Vietnam (Filippo Attili/Us Palazzo Chigi)

Quota 100 e reddito di cittadinanza non si toccano. A dirlo, all’indomani delle nuove osservazioni di Bruxelles sul bilancio pubblico italiano, è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dalla capitale vietnamita Hanoi, dove si è recato per rafforzare gli scambi economici con il paese asiatico. Il premier ha dichiarato che tagli delle misure bandiera della maggioranza giallo-verde «non sono assolutamente all’ordine del giorno. Lavoriamo con il Mef perché si prefigurano dei risparmi in spese inizialmente sovradimensionate». Conte, infatti, ha tenuto a sottolineare che «il risparmio di spesa è una cosa diversa dal tagliare le misure. Quota 100 e reddito di cittadinanza restano intatte e verranno applicate integralmente». Le parole del premier fermano sul nascere le ipotesi di ritocco delle misure più pesanti dal punto di vista economico varate dal suo governo per evitare la procedura d’infrazione che potrebbe scattare nelle possime settimane. Se Conte si dice disponibile a spiegare, però, Di Maio è più deciso: «Non faremo manovre correttive perché ce lo hanno chiesto loro».

«Convinceremo gli scettici» – Sull’avvertimento ricevuto dalla Commissione europea per il debito eccessivo, Conte appare risoluto: «Non voglio passare alla storia come il primo premier ad aver subito la procedura d’infrazione». In un colloquio avuto con le maggiori testate giornalistiche italiane Conte si è definito anche un «patriota che ama il suo Paese». L’Unione Europea è «una famiglia, credo si abbia tutta la possibilità di poter replicare ad una contestazione e di spiegare le nostre ragioni. Spiegando convinceremo anche i più scettici». Se non ci sarà possibilità di replica, invece, significherebbe che «non siamo più una famiglia». Date fissate per un viaggio straordinario a Bruxelles prima del Consiglio europeo non ce ne sono, ma il premier si è detto disponibile a fare anche «dieci viaggi per il mio Paese». La metafora familiare era stata utilizzata ieri sera anche da Matteo Salvini. Il leader della Lega ha detto di avere «60 milioni di figli a cui dare da mangiare se glielo chiedono».

Cdm settimana prossima – Il presidente del Consiglio ha toccato diversi punti nelle sue dichiarazioni, tra cui il Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi «ragionevolmente settimana prossima». Conte ci tiene a precisare che «non c’è stato nessun rinvio, semplicemente non siamo riusciti a conciliare le agende per venerdì». Da fonti governative fanno sapere che il giorno prescelto potrebbe essere martedì. Per il prossimo Cdm c’è molta attesa perché, dalla notte del voto europeo che ha ribaltato i rapporti di forza nella maggioranza, si è tenuta una sola riunione che aveva all’ordine del giorno solo leggi regionali. Settimana prossima, invece, dovrebbero essere sul tavolo misure per l’ambiente e il decreto sicurezza bis.

Servono fatti e tempo – Conte è tornato anche sulla possibilità di rassegnare le dimissioni, ipotesi evocata nella conferenza di lunedì pomeriggio prima di partire per il Vietnam. «Se ci sono i fatti sono più determinato di prima» ha detto ai giornalisti che lo incalzavano sulla possibilità di sfilarsi dal governo. «Se non potrò più operare dovrò prenderne atto, però ho ricevuto segnali positivi sullo sblocca-cantieri». Il premier si è detto consapevole anche che serve tempo per ritrovare l’equilibrio necessario per lavorare: «Non è in un giorno che si risolvono tutti i problemi. Diamoci qualche giorno in più per ritrovarci».

No alla manovra correttiva – «La lettera che ci è arrivata ha dimostrato che l’Europa non ha imparato dai propri errori. Purtroppo il mea culpa di Juncker sulle politiche di austerity troppo dure era solo campagna elettorale». Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, si è espresso in maniera meno conciliante di Conte sul dialogo da instaurare con i vertici dell’Unione europea: «Non faremo nessuna manovra correttiva. Risponderemo alla lettera ma fare altri tagli in un momento di contrazione indebolirebbe ancora di più l’economia». All’assemblea di Confcommercio, poi, ha rincarato la dose, definendo come «paradossali» le lettere che arrivano da Bruxelles e dichiarando che «sei fai sempre le stesse cose e ti aspetti un risultato differente o sei incompetente o sei in malafede».

Procedura “bocciata” – Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è tornato a parlare questa mattina a margine dell’assemblea di Confcommercio. Boccia ha ribadito che «bisogna evitare la procedura d’infrazione, mi sembra che il presidente Conte sia sulla stessa linea. Non è nell’interesse nazionale né adesso né in futuro». Boccia ha anche detto che «bisogna costruire la prossima legge finanziaria ponendo particolare attenzione al nodo delle risorse».