Non punibilità per i reati più lievi. Rimandata a data da definirsi la discussione sulle norme della prescrizione. E su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini, attacca il governo: “Con la sinistra al potere, l’Italia diventa il paradiso dei delinquenti.”
Arriva nella notte di lunedì 1° dicembre la notizia che scatena il dibattito politico. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che consente l’archiviazione per i reati puniti con un massimo di cinque anni di reclusione. Compresi nel decreto anche furto semplice, danneggiamento, truffa, violenza privata o minaccia a commettere reati.
Il provvedimento si inserisce nel processo di riforma della giustizia del governo Renzi che ha l’obiettivo di ridurre i tempi e i costi della macchina giudiziaria italiana. L’archiviazione, si legge nel comunicato ufficiale, può scattare in qualunque fase del procedimento penale, anche se si prevede la sua attuazione soprattutto durante le indagini preliminari e solo se si tratta del primo reato commesso dall’imputato. Rimane tutelata la possibilità della parte lesa di opporsi all’archiviazione. Quindi no depenalizzazione, né cancellazione dei reati, rassicura il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, ospite a Uno Mattina: “Le misure sulla non punibilità per determinate condotte riguardano fatti di lieve entità e che non determinano allarme sociale”.
Parole che non soddisfano la Lega, pronta a dare battaglia in commissione Giustizia. E che non convincono nemmeno Forza Italia. “È bene che il governo si muova con grande cautela. L’allarme sociale per la criminalità dilagante è altissimo”, dichiara il senatore FI Maurizio Gasparri.
Slitta invece al prossimo Consiglio dei Ministri la riforma sulla prescrizione tornata al centro del dibattito politico dopo la vicenda Eternit. L’argomento non era all’ordine del giorno, nonostante l’annuncio del presidente del Consiglio Matteo Renzi di attuare in tempi brevi una modifica sostanziale delle norme sulla prescizione. C’è bisogno di ulteriori affinamenti e di un accordo chiaro tra il Partito Democratico e il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Ma il ministro Orlando appare sicuro di un’intesa: “Entro la prima metà del prossimo anno avremo la stragrande maggioranza della riforma della giustizia approvata”.
Camilla Colombo