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La polemica con Cgil, Cisl e Uil si era accesa dopo le dichiarazioni del ministro Boschi: “La scuola solo in mano ai sindacati non funziona”

Il governo prova a ricucire sulla riforma della scuola dopo le polemiche dei giorni scorsi tra Maria Elena Boschi e le organizzazioni dei lavoratori. «La scuola in mano ai sindacati non funziona», ha attaccato il ministro in un incontro del 10 maggio a Pesaro per sostenere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche. La replica della segretaria della Cgil Susanna Camusso non si era fatta attendere: «La dichiarazione del ministro Boschi conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia. La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del governo».

È previsto per il pomeriggio del 12 maggio un incontro tra governo e sindacati sulla riforma. A partire dalle 15 i leader di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo incontreranno esponenti del governo, rappresentato per l’occasione dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e dai ministri Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Graziano Delrio. La decisione di fissare un incontro arriva una settimana dopo lo sciopero nazionale del 5 maggio, e la successiva apertura del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a modifiche del disegno di legge. Durante una manifestazione sindacale a Pozzuoli Susanna Camusso ha anticipato i punti più critici che verranno sicuramente toccati nella discussione con il governo. Una soluzione per tutti i precari della scuola, il potere decisionale concentrato nella figura del preside, la moltiplicazione delle deleghe chiesta dall’esecutivo. Per la segretaria della Cgil «la riforma va profondamente modificata nell’impostazione». Matteo Renzi replica a distanza in un’intervista per Repubblica TV: «La scuola funziona se è di tutti. Non facciamo divisioni politiche sulla pelle della scuola».

Intanto il disegno di legge prosegue il suo percorso in Parlamento. Sono due gli ostacoli che la riforma deve ancora superare prima di passare alla discussione in aula da giovedì 14 maggio: nella serata è atteso l’ok della commissione affari costituzionali della Camera, mentre tra la tarda serata e la mattina di martedì 13 si attende in commissione cultura il via libera al relatore a riferire in aula. Al momento il governo non sarebbe intenzionato a porre la questione di fiducia sul provvedimento, anche se in commissione sono stati presentati oltre duemila emendamenti.

Matteo Furcas