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I risultati delle ultime elezioni comunali e regionali non hanno sorriso a Matteo Renzi, scottato in particolare dalla sconfitta in Liguria della sua candidata Raffaella Paita contro l’ex giornalista Mediaset Giovanni Toti.

Il flop alle elezioni comunali e regionali e lo scandalo di “Mafia capitale”. Le tensioni con l’Unione Europea sulla questione migranti e la richiesta di arresto per il sottosegretario Azzollini. Con la minoranza Pd che reclama a gran voce maggiore spazio nel processo di “agenda-setting” del governo e del partito. Giugno si sta trasformando in un mese di fuoco per Matteo Renzi. Il presidente del consiglio vive il suo peggiore momento da quando è alla guida del governo e del Partito democratico. I risultati delle ultime elezioni locali non gli hanno sorriso e le opposizioni si fanno sempre più forti. Il centro-destra ha vinto dove si è presentato unito, come nel caso della Liguria e dei comuni di Venezia e Arezzo, mentre il Movimento Cinque Stelle ha trionfato in Sicilia.

Sono passati soltanto sette giorni dall’ultima riunione della Direzione Pd dove il premier parlava con soddisfazione di vittoria per 5 a 2. Ma dopo la sconfitta subita alle comunali, la situazione è profondamente cambiata. In un’intervista rilasciata il 15 giugno a “La Stampa”, Matteo Renzi ha lasciato trapelare nervosismo e preoccupazione. «Devo tornare a fare il Renzi 1: infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito», ha dichiarato al vice-direttore del quotidiano torinese Massimo Gramellini. Il presidente del consiglio è anche pronto ad abbandonare quello che sembrava un punto fermo, la scelta dei candidati sul territorio: «Una cosa è certa – ha aggiunto Renzi – le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita».

Ma le elezioni locali sono solo uno dei tanti fattori di indebolimento della leadership di Renzi. Lo scandalo di “Mafia capitale” ha ridotto in maniera decisiva la credibilità del governo. C’è chi parla di commissariare la giunta Marino. Entro la fine di luglio il prefetto di Roma Franco Gabrielli dovrà decidere insieme al Viminale se procedere con lo scioglimento d’ufficio dell’amministrazione comunale. Un’altra magagna per il governo è rappresentata dalla richiesta di arresto del sottosegretario del Nuovo Centrodestra Antonio Azzollini, accusato di bancarotta fraudolenta per il crac della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie. Il Pd voterà sì all’arresto, ma il segretario Ncd Alfano non è d’accordo e parla di “fumus persecutionis”.

Oltre alla politica interna, giugno è un mese dominato dalla questione immigrazione. Renzi chiede agli altri leader europei la ripartizione dei rifugiati tra i Paesi dell’Unione Europea. Ma gli alleati nicchiano e il presidente del consiglio ha promesso che in caso di mancato accordo, è già pronto un piano B. Di cui – però – non si conoscono ancora i contenuti.

Roberto Bordi